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Costruiamo il presepio. Oggi.

I personaggi del presepio sono molti.
Anche i marginali sono protagonisti
“…troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”


Caravaggio – Adorazione dei pastori, 1609 – particolare (Verrà detta“Natività povera”) 

…C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte…Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce…”Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia…”  (Lc 2, 8-16)

I pastori sono i primi destinatari dell’Annuncio di gioia; sono i lavoratori più umili; la categoria più bassa nella considerazione sociale; sono precari ed erranti, ai margini delle relazioni; sono quelli che verranno proclamati “beati”.

Lavorano con le mani, sono i “poveri di spirito”; sono poco visibili, tendono a sfumare: bisogna cercarli (come ha fatto nella notte l’angelo del presepio).


Una storia con personaggi per un presepio contemporaneo 

USA 1936

La meccanizzazione spinta dell’agricoltura ha ridotto il comparto rurale in condizioni di estrema povertà; la brusca diminuzione dei prezzi delle derrate agricole indebita i contadini che, esposti con le banche, sono costretti a cedere i poderi alle grandi proprietà fondiarie. 

La morsa della Grande Depressione sta scuotendo gli Stati Uniti d’America. 

Al crollo finanziario di Wall Street del ’1929, segue una catastrofe ecologica provocata dallo scorretto uso della terra con coltivazioni intensive e mancata rotazione delle colture; tempeste di sabbia flagellano l’Oklahoma; il Mississippi ha ripetute piene devastanti. 

Il disastro ecologico crea un esodo gigantesco: più di mezzo milione di americani si muove dagli Stati centrali in cerca di una terra dove poter vivere.

Una storica campagna fotografica per cercare i poveri, per renderli visibili

Nel ’33 il presidente Roosevelt avvia il piano di risanamento economico che verrà definito New Deal, con specifici programmi governativi per contrastare la povertà dei fittavoli con la creazione di cooperative agricole. 

Si percepiva l’aggravarsi della depressione, ma era difficile da vedere: gli uomini che avevano perduto lavoro, casa, terra, erano nascosti allo sguardo comune: bisognava “scovare” questa gente.

Per diffondere l’immagine delle condizioni di grande parte della popolazione, in particolare rurale e, nello stesso tempo, sostenere i piani di Roosevelt, accusato di socialismo, Emerson Stryker, economista di ideali socialisti, propose la fotografia come strumento di documentazione e di consenso, avendo come preciso riferimento le immagini già scattate da Lewis Hine per denunciare il lavoro minorile.

Fu cosi che nell’ambito del FSA (Farm Security Administration), piano creato per combattere la povertà rurale, si avviò un’imponente campagna fotografica, che smosse le coscienze e restituì l’immagine di una dignità umana senza tempo, che fissa il futuro.

Dorothea Lange – Madre migrante, 1936
(verrà detta “Madonna degli emigranti”)


Walker Evans – Il mezzadro Floyd Borroughs
Hale Country – Alabama, 1936

I fatti di questo passato non troppo lontano sono storia e i volti di quei protagonisti sono icone. Sono figure non stucchevoli per un presepio autentico.

Altri aspettano di essere chiamati

Oggi non è in Kansas o in Oklahoma, ma sono tanti nei cinque continenti i luoghi, noti e rimossi, dove uomini, donne e bambini vivono gli stessi drammi di siccità, politiche sciagurate, emigrazione; le loro vicende sono per ora solo usuale cronaca, consueta tragedia e i loro volti non sono ancora arte; cercano terra dove lavorare, pace e, forse, un annuncio di gioia come quello dell’angelo la notte di Betlemme.

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