L’intento di queste righe doveva essere quello di commentare il libro di Aristide Fumagalli, l’amore possibile. Sottitolo: Persone omossessuali e morale cristiana, Cittadella editrice.
Ma per arrivare al libro voglio scrivere questa premessa. Quando nella vita capitano cose inaspettate, ma belle, in genere si dice che capitano per caso. Quella cosa mi è capitata per caso. Io non credo molto a questo luogo comune delle cose che capitano in modo inaspettato, quasi un po’ per caso. Io ritengo invece che in qualche modo le vicende degli uomini e delle donne ci arrivano vicino e ci coinvolgono a secondo della nostra sensibilità, del nostro bagaglio di idee, dello sguardo che abbiamo sulla vita e, non ultimo, a secondo della direzione che diamo alla nostra esistenza.
Proprio in base a tutto questo, alla fine le vicende non ci capitano mai per caso, ma per “prossimità”. E così in questi ultimi anni mi sono trovato prossimo, e quindi non per caso, ad un mondo che è stata come una bella scoperta. Si tratta del mondo lgbt (lasciatemi passare questa sigla anche se non completa).
L’esperienza di accompagnamento spirituale e la scoperta del mondo LGBT
Il tutto è cominciato grazie a quella che noi chiamiamo comunemente direzione spirituale. E’ un termine che a me non piace molto. Preferisco « accompagnamento spirituale », nel senso che io non dirigo nessuno, ma accompagno.
Si presentano due persone, iniziamo a confrontarci ed emerge che appartengono al mondo lgbt, e poi succede ancora con altri. Mi si apre un mondo. Anche nelle scuole dove, come ufficio di giustizia riparativa della Caritas propongo, insieme ad altri mediatori, dei percorsi sulla giustizia riparativa. A volte succede che si presentano conflitti legati alle questioni dell’omofobia. La faccenda mi prende e allora inizio ad informarmi.
Scopro che esistono associazioni di omossessuali cattolici, che in diocesi esiste da poco all’interno dell’ufficio della pastorale della famiglia una commissione proprio sulla pastorale dell’omosessualità. Chiedo al vescovo e inizio a partecipare agli incontri.
Sono sprovvisto di conoscenze e formazione adeguate. Capisco che il buon senso non può bastare e allora partecipo ad un corso di formazione organizzato dai gesuiti di Bologna per operatori della pastorale dell’omosessualità. Al corso incontro sacerdoti, laici, religiose e operatori pastorali di tutta Italia.
Torno dal corso con mille idee, ma anche consapevole che è un mondo complesso e non sempre accettato. Comunque, sono sicuro che la strada è segnata e quindi continuerò ad interessarmi della questione, ma soprattutto ad interessarmi delle persone.
Lascio queste brevi riflessioni a conclusione di questa introduzione. Il mondo che mi si è aperto è fatto di storie da non giudicare, da non incastrare immediatamente nelle categorie morali del giusto e dell’ingiusto. E’ un mondo da accogliere, sia personalmente, attraverso percorsi di accompagnamento e sia nelle nostre comunità che sono chiamate a ad accogliere ed integrare ogni persona ed ogni storia umana. Un’accoglienza senza se e senza ma.
Uomini e donne che amano la Chiesa
Ho intravisto storie di uomini e donne che amano la chiesa e sentono tutta la fatica di un’appartenenza a causa dei pregiudizi e dei no secchi. Ho incontrato storie belle, ma segnate dalle ferite dell’incomprensione. Ho incontrato le fatiche delle famiglie che entrano in conflitto con il loro figli.
E per finire ho incontrato un mondo di figli e figlie di Dio amati dal Signore che hanno bisogno di sentirsi dire che la misericordia Dio scende abbonante su di loro. Del libro parlerò la prossima volta.