Papa Francesco. I nemici dentro la Chiesa e gli amici fuori?

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Papa Francesco. I nemici dentro la Chiesa e gli amici fuori?

Una delle espressioni maggiormente in circolazione a partire da quando, quel lunedì mattina, il cardinale Farrell ha annunciato al mondo la morte di Papa Francesco, è stata questa: “Francesco ha avuto molti nemici nella Chiesa e molti amici fuori”

È possibile fare, a partire da questa affermazione, qualche riflessione che entri nel merito delle questioni, senza giocare a classificare le persone in “buoni e cattivi”?

Un’intervista del cardinal Muller

Innanzitutto, vanno evitati inutili estremismi: se la frase sopracitata ha elementi di verità, è altrettanto vero che papa Francesco ha avuto anche tanti amici nella Chiesa e tanti nemici fuori: lo attestano le folle che ne hanno omaggiando la salma a Roma, che hanno partecipato ai funerali, i cardinali, vescovi, preti, laici, anche non credenti, che con sincerità (deducibile dalla coerenza del loro pensiero e della loro azione pastorale) stanno piangendo la sua scomparsa e lo stanno ringraziando per quanto ha fatto a servizio di Dio e della Chiesa.

È tuttavia innegabile e, credo, sia stato per Francesco motivo di non poca sofferenza, il fatto che ha avuto anche nemici nella Chiesa e amici fuori di essa. Emblematica, ad esempio, è stata l’intervista concessa qualche giorno fa alle reti RAI dal cardinale Muller (che ricevette la berretta cardinalizia dal papa argentino), che Francesco sollevò dall’incarico di prefetto dell’allora Congregazione per la Dottrina della Fede. Se è certamente corretta la sua affermazione per la quale il conclave non elegge il successore del papa, ma di San Pietro, la modalità con cui l’ha affermato, unitamente alle nemmeno troppo velate accuse di eresia a Francesco (da lui più volte affermate a riguardo di Amoris Laetitia e, più recentemente, sul tema della benedizione alle coppie formate da persone dello stesso sesso), mostrano tutto il rancore (o, Dio non voglia, odio?) del porporato tedesco verso il pontefice defunto.

Gli altri grandi oppositori. Il caso Becciu e le sue ricadute

A fargli buona compagnia è tutta la corrente cosiddetta “tradizionalista” della Chiesa (si pensi ai cardinali Burke e Sarah, mai visti così sorridenti come nelle immagini di questi giorni mentre partecipano alle congregazioni cardinalizie: sarà stato per una bella barzelletta del cardinale africano o per altri motivi? …), che non ha mai accettato la scelta di Francesco di essere un papa che dialogava col mondo nel quale viveva senza condannarlo (peraltro, facendo ciò che il Concilio chiede: non lo sanno, questi grandi teologi e canonisti? Mai letta la Gaudium et Spes?), tacciandolo di eresia a ogni piè sospinto.

Questa corrente, difendendo l’arroccamento della Chiesa su posizioni di aperta contestazione al mondo, non poteva accettare papa Francesco: infatti l’ha ostacolato, in tutto e per tutto. Non manca poi chi, stimato dal papa, non ne ha ricambiato la fiducia, creando enormi problemi alla Chiesa. Un esempio: il cardinale Muller ha parlato di maltrattamenti al cardinale Becciu. Sarebbe bene Muller ricordasse che da regolare processo per Becciu è stata comminata la sentenza di 5 anni e 6 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8mila euro di multa (con 700 pagine di motivazione della sentenza che condannava lui e altri): forse, ci sarebbe stato da chiedersi non tanto se doveva entrare in conclave, ma perché non dovesse meditare su quanto ha fatto altrove …

Le simpatie laiche verso papa Bergoglio

Ciò che portava, invece, molte persone fuori dalla Chiesa a sentirsi legate a papa Francesco credo sia la sua capacità di far emergere questioni accantonate da tempo o mai seriamente prese in considerazione dalla Chiesa stessa. Penso al pensiero del pontefice argentino sulla “cultura dello scarto”, non riferita soltanto a oggetti materiali, ma all’esistenza di uomini e donne la cui esistenza, non più rispondente a criteri di produttività, veniva considerata da buttare.

Penso alla questione urgente dell’ecologia integrale, magistralmente esposta nella lettera enciclica Laudato si’, nella quale propone un modello sostenibile in ecologia, legato alla condotta di ciascun cittadino.

Penso al tema della pace, che richiede che la Chiesa gridi con forza contro le guerre e gli abusi di chi, assetato di potere e denaro, semina morte tra la sua stessa gente; grido, questo, risuonato fino all’ultimo istante della sua vita, nel discorso letto dal cerimoniere pontificio prima dell’ultima benedizione alla città e al mondo di Francesco. 

Comunque, caro Papa Francesco, grazie

Da parte mia, provo profonda gratitudine verso papa Francesco: non ne sono idolatra, alcune scelte non le ho comprese e altre non le ho condivise. Tuttavia, ho sempre sentito di avere un papa che è una persona buona, un credente autentico e un testimone efficace del Vangelo, da lui vissuto in prima persona, ad ogni costo. Di questo, caro papa Francesco, ti ringrazio di cuore: prego per te, come hai sempre chiesto. Tu prega per noi e per la Chiesa che hai tanto amato. 

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