
Avete proprio letto bene, le persone più giovani ci confessano meglio degli anziani o degli adulti in generale. Ho maturato questa convinzione dopo tanti anni di ministero e devo dire che è la prima volta che provo a parlarne attraverso uno scritto e per di più dalle pagine del nostro bollettino parrocchiale! Certamente i pochi mesi trascorsi con voi non mi danno la possibilità di fare una panoramica più che buona sull’universo che caratterizza il sacramento della riconciliazione e come viene vissuto nella nostra Collina ma sono prete da quasi 17 anni e non penso, in merito, di parlarne a sproposito!
Sono sempre grato al Signore per il singolarissimo dono che fa ad ogni sacerdote; ascoltare infatti le persone che affidano a Dio i propri sbagli, i propri peccati, le proprie fragilità è una grazia grande che ogni volta mi fa “crescere” e spesso mi sento piccolo piccolo di fronte a ciò che di così grande accade in quei momenti quando un’anima diviene come un “libro aperto” di fronte a Dio. Quando è il cuore a parlare.
Già… se si aprisse veramente però sarebbe tutta un’altra cosa!
Ripeto, forse è una visione parziale la mia e certamente non vale sempre quello che sto per dirvi, ma spesso accade che siano i più giovani ad “aprirsi” veramente, ad andare in profondità, a scavare nella propria interiorità affidando a Dio attraverso il sacerdote le proprie miserie, concentrando la propria riflessione su ciò che fa veramente loro male, di sé stessi, degli altri, dei loro rapporti e legami, delle mancanze nei confronti di Dio…centrando il bersaglio insomma!
Così ci si confessa, così si celebra il sacramento! Peccato però che pochi giovani si accostino ad esso!
Mi stupisce invece che gli adulti o meglio gli anziani che hanno in generale un rapporto con la fede più forte, che ci credono per davvero, che frequentano regolarmente tutte le domeniche e spesso anche in settimana, che pregano ogni giorno magari anche il rosario, che hanno forse un rapporto costante con il Signore non facciano altrettanto… e in genere ancora molti di loro vivono la riconciliazione!
Molte volte vedo in loro la fatica ad andare in profondità, a riconoscere ciò che imbruttisce la loro vita, con poca dimestichezza a guardarsi dentro, rischiando dunque (senza quasi accorgersi) di essere molto superficiali o infantili.
Quante volte poi ci si riduce a raccontare i peccati degli altri, dei propri figli, dei propri nipoti, senza magari mettersi in discussione veramente di fronte a Dio! Quanto mi piacerebbe non sentire più “liste della spesa” che non sanno spaziare oltre quelle due o tre cose o alcune frasi del tipo: “mi sembra di non avere peccati… Faccia lei…”.
La misericordia di Dio è grande, e io non sono nessuno per sentirmi giudice di ciò che uno affida a Dio ma sono oltremodo convinto che una confessione ben preparata, vissuta con calma, profonda e sincera, produca in noi qualcosa di stupendo e grande: la gioia di percepirci davvero liberati da Dio dal peso delle nostre fragilità, finalmente leggeri e sollevati perché Dio ci ha perdonato e rinnovato!
L’obiettivo allora non è assolvere un precetto perché si deve, ma sperimentare la grazia della Sua misericordia!
Impariamo dai giovani dunque, spesso meno superficiali di quanto pensiamo (almeno in questo campo!)
Questo numero del bollettino è dedicato proprio alla confessione con l’augurio di accostarsi al sacramento con queste attenzioni per la Pasqua ormai vicina.
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