Uomini di Chiesa contro papa Francesco

I nemici di papa Francesco
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Cardinali, gente di curia, preti. Anche qualche laico.
Gli uomini “di Chiesa” dipendono dalla Chiesa e la Chiesa dipende da loro.
Le fragilità della Chiesa li spaventa e lo spaventa diventa critica

Cardinali, gente di curia, preti e qualche laico: sono questi i nemici di Papa Francesco. In altri termini: i nemici più accaniti del Papa sono dentro la Chiesa. Citavo, nell’articolo di ieri, perfino alcuni cardinali. 

Il laico e il monaco sono le figure più chiare. Il prete, invece…

La cosa può stupire. I cardinali sono i più immediati collaboratori del Papa e dovrebbero, di conseguenza, essere i suoi primi collaboratori. E invece. Ma, in realtà, lo stupore non ha molta ragion d’essere. Gli uomini di Chiesa, dai cardinali fino al più sconosciuto parroco di montagna, sono, appunto “uomini di Chiesa”. “Di Chiesa”: appartengono alla Chiesa, ne sono i “funzionari” (oddio so che il termine è inadeguato, ma serve a capire), dipendono da essa ed essa, in buona parte, dipende da loro.

Viene voglia di discutere su questo ruolo preponderante dei preti. I preti, in realtà, sono la figura ecclesiale di più incerta definizione. Le categorie ecclesiali più chiare sono i laici, da una parte, e i monaci dall’altra. Il laico, si fa notare da parte di molti, potrebbe essere visto come il credente più rappresentativo: battezzato, figlio di Dio, membro della Chiesa e, insieme, perfettamente inserito nel mondo: ha famiglia, lavora, fa economia, politica… Essere credenti, in effetti, significa “tenere insieme” questi estremi. Non si è credenti se si sta soltanto nel mondo senza riferirsi al vangelo, ma non si sarebbe neppure cristiani se ci si accontentasse di essere soltanto battezzati. Il laico è l’una e l’altra cosa. 

Il prete non è laico e non è monaco. Identità difficile

I monaci, invece, si dice che sono i testimoni del radicalismo evangelico. Il monaco dice che il vangelo è il senso di tutto. Vale la pena vivere solo di vangelo e loro lo fanno con i voti di castità, povertà, obbedienza. Si rinuncia a tutto per il “tutto” che per loro è Gesù e il suo vangelo. 

Il prete è a metà strada. Non si sposa (da noi, nella Chiesa di Occidente. I preti delle Chiese cattoliche di Oriente, invece, si sposano, come noto). Non si sposa ma non fa neppure il voto di castità: il celibato del prete è solo una “promessa”, non un voto solennemente espresso come nel caso del monaco. Il prete, poi, non fa il voto di povertà. E anche per l’obbedienza, gli viene chiesto di promettere riverenza e obbedienza al vescovo: ancora una volta, solo una promessa e non un voto. Il “radicalismo” del monaco non appartiene al prete. 

Il prete sente di più la crisi della Chiesa

A che serve questo discorso per spiegare che i nemici del Papa sono dentro la Chiesa? Serve perché tutto nasce, precisamente, da come ci si sente Chiesa e come ci si sente dentro la Chiesa. I preti sono “pastori”: gestiscono la Chiesa, soprattutto le comunità “alla base”, le parrocchie in particolare. E dovendola gestire, sentono tutti i contraccolpi del mondo che gli sta attorno e del modo con cui quel mondo interferisce con la Chiesa. 

Ora la Chiesa di oggi è una Chiesa fragile. E chi la deve gestire avverte più di altri quella fragilità. E di fronte a tutto questo il pastore si sente spesso smarrito e si impegna a difendere la Chiesa proprio perché la sente indifesa. 

E’ necessario il coraggio. Ma il coraggio è merce rara. Chiedere a don Abbondio

I temi della Chiesa in uscita cari a Papa Francesco sono i tipici temi di un pastore che non ha paura, che sa di dover rischiare. Ma il coraggio di Papa Francesco diventa la fonte delle paure di molti pastori. E le paure diventano critiche. 

Ecco perché vescovi, cardinali, preti sono i critici più accaniti di papa Francesco. Sono i più esposti e, anche perché esposti, sentono le difficoltà e preferiscono difendersi dalle difficoltà che affrontarle con coraggio. E il coraggio, “uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, diceva un confratello famoso. E’ il don Abbondio dei Promessi Sposi. 

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