Festa grande a Bergamo, per il santo protettore. Festa da sempre. Ma diversa oggi, inevitabilmente, da come era nel vicino e lontano passato.
L’immagine plastica della festa e del suo significato è il duomo, in questi giorni. Al centro, la grande teca con le reliquie del santo, attorno la comunità riunita: per pregare, fare eucarestia, trovarsi, anche per fare tanto altro come, l’altra sera, per assistere allo spettacolo del Critone di Platone.
La storia della comunità cristiana si riflette nella liturgia del “suo” santo protettore e la liturgia può essere vista proprio in questo rapporto, vario e variabile, fra le reliquie del santo e la comunità che si riunisce attorno e lo onora. Le reliquie sono il passato, venerabile, glorioso. La comunità è il presente. Quel passato è “dato”, la comunità è il presente, da costruire. Ma è evidente che il passato, e quel passato soprattutto, conserva la sua grandezza se il presente è vivo. Ed è vivo se, almeno in qualche modo, cambia, si mette in sintonia con il mondo in cui si trova inserito. La bellezza della testimonianza del passato, e soprattutto dei martiri, è nelle mani dei cristiani di oggi.
Alle celebrazioni ufficiali partecipano, di solito, anche le autorità civili, a partire dagli eventi dei giorni scorsi che hanno preparato la festa. Anche questo è un aspetto interessante della festa che permette di vedere la novità della comunità civile e della comunità cristiana e dei rapporti che le legano.
Se in un passato neanche tanto lontano la fede molto condivisa segnava anche la politica, oggi, forse è il contrario: la politica, spesso faticosamente condivisa, segna la fede. Oggi siamo cristiani diversi anche perché abbiamo appartenenze politiche diverse. I cristiani non possono più chiedere l’unità dalla tutela politica, ma devono trovarla nella loro fede. Compito importante e difficile, come ognun sa, ma inevitabile.
Nei termini simbolici suggerite dalle celebrazioni di questi giorni, si tratta dunque di trovare la distanza giusta fra la teca delle reliquie, al centro della chiesa e la comunità che si riunisce, tra la comunità che si riunisce e la comunità che sta oltre la chiesa.