Onu complice di Hamas?

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La notizia è sconvolgente: alcuni dipendenti delle Nazioni Unite a Gaza avrebbero partecipato attivamente al massacro di civili ebrei perpetrato da Hamas il 7ottobre 2023, nuova data spartiacque della storia dell’Occidente nel terzo millennio

Le voci e i licenziamenti. L’ONU e la sua crisi

L’agenzia sotto accusa è l’Unrwa, United Nations Relief and Works Agency, ente creato nel 1949 come missione umanitaria per l’assistenza ai profughi palestinesi, con forniture di materiali e servizi sanitarie e per l’ istruzione.

Notizie su alcuni giornali e televisioni, rumors vengono definite, ve ne erano già state in altre occasioni, ma è in assoluto la prima volta che l’ONU procede a dodici licenziamenti. Perciò le accuse devono essere molto serie e circostanziate.

Non voglio fare qui la storia dell’ONU, fortemente voluta dagli USA del presidente Wilson e da quella di FD Roosevelt e Truman dopo le due Guerre Mondiali.

Sottolineo solo che Immanuel Kant nel 1795, nel suo libro Per la pace perpetua aveva già spiegato che solo un diritto internazionale e una società delle nazioni con un diritto sovrastatale, avrebbero potuto eliminare la guerra.

Ora, come purtroppo tutti sappiamo, l’ONU è morta a Sarajevo, ed è paralizzata dal nefasto diritto di veto delle potenze vincitrici nel secondo conflitto mondiale, ma è ora di evidenziare come fin dentro al Palazzo di Vetro a New York l’atmosfera sia di prevalente ostilità nei confronti di Israele dell’America. 

Solo un diritto internazionale e una società delle nazioni potrebbe eliminare la guerra

Israele sempre sul banco degli imputati e gli USA spesso messi in minoranza, come dice Federico Rampini.

I funzionari ONU che lavorano in tutto il mondo, spesso in condizioni disagiate o pericolose, sono quasi sempre degli eroi, che pagano anche con la vita il loro impegno umanitario.

Purtroppo però anche il fanatismo e l’antioccidentalismo sono presenti, e non sono in contrasto con il coraggio e l’idealismo.

Se le decisioni sono quasi sempre paralizzate da veti incrociate, l’atmosfera nel palazzo di vetro è sempre più palesemente anti occidentale. Molte nazioni compongono il cosiddetto Grande Sud e quei paesi emergenti propendono per la Cina e la Russia e sono spesso filo palestinesi.

Paesi emergenti e antipatie antioccidentali

Diciamo che non è difficile da riassumere: dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, gli USA hanno inanellato una serie clamorosa di errori, dalla seconda Guerra del Golfo, all’umiliazione di Saddam e del mondo arabo-islamico, le bugie sulle armi nucleari, l’occupazione dell’Afghanistan in cerca di Bin Laden. Parallelamente cresceva la visione americana, sovranista e insofferente delle istituzioni collettive.

Trump è stato la ciliegina sulla torta. E spesso noi Europei, indecisi e divisi, abbiamo seguito gli americani.

Intanto la Cina si riprendeva dalla crisi di Piazza Tienanmen e operava per scalzare l’egemonia statunitense e occidentale; una prova della sua raggiunta potenza è stata l’Organizzazione mondiale della sanità, OMS, prona alle menzogne cinesi sul Covid.

Questo cammino della Cina si è unito al racconto di Putin, lo zar è certamente meno potente o ricco, ma altrettanto capace: grande successo ha avuto l’idea di accusare il Nord del mondo di sfruttamento e oppressione storica, politica economica e culturale.  

Naturalmente musica per le orecchie delle nazioni emergenti.

Ci vogliono uomini dal cuore grande. Come David Sassoli e Luca Attanasio

Un terzomondismo anti capitalista, anti occidentale e perciò anche anti cristiano e anti democratico. (Il patriarca Kirill è cristiano?)

Noi, europei e americani, noi occidentali, siamo solo il vecchio decadente mondo coloniale, razzista e crudele a cui far pagare ora tutti i conti, dal Rinascimento in poi.

Ci vorranno uomini e donne dall’anima larga, dal cuore saldo e con un grande amore per l’umanità intera per ricostruire un mondo in pace e una fratellanza vera.

Come i nostri David Sassoli e Luca Attanasio, per esempio.

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