Il tapiro di Staffelli. Uno strano carro di carnevale

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Il giornalismo che parla di chi si parla

Valerio Staffelli, il noto giornalista di “Striscia la notizia”, con il suo “tapiro”

Il Corriere intervista Valerio Staffelli, quello del tapiro d’oro. Le intervista del Corriere sono, mediamente, belle. Ma lo sono perché parlano di personaggi di cui tutti parlano. L’interesse di queste interviste è che vivono di rendita, partendo da quello che si sa già, giocando su ciò che già, per un motivo o un altro, interessa. Si intervistano attori, giornalisti, gente di mondo… Staffetti, ad esempio, nell’intervista che gli viene dedicata, parla a lungo dei tapiri e degli attapirati, di quelli che si arrabbiano e di quelli che gongolano… di chi si arrabbia e di chi fa il gentile, di Sgarbi che lo mena ma, qualche giorno dopo, lo abbraccia dicendogli che lo ha fatto per “fare scena”. Appunto si parla di quello che si parla: di Steffetti e delle sue “vittime”, tutti rigorosamente personaggi noti. Il privato di queste interviste è soltanto il retrobottega del pubblico. 

Mi ha sempre affascinato, invece, il giornalismo che fa il contrario: che fa conoscere un privato interessante che il pubblico non conosce: non parla di quello che si parla, ma di quello che non si parla. In effetti, il giornalismo più inventivo è quello che sa scovare l’interessante dove nessuno ha ficcato il naso. Di storie belle e di bei personaggi è pieno il mondo. Bisogna saperli trovare. E’ troppo facile trovare quello che è stata già trovato. 

Il carro dei poveri

Il carnevale di Granville. Sullo sfondo, il “carro dei poveri”

Claude Letort è diacono a Granville, della diocesi Coutances, all’inizio della penisola Cotentin, di fronte alle isole di Jersey e Guernesey, sulle coste della Manica che divide la Francia dalla Gran Bretagna. Ha 75 anni ed è diacono da 28. Ha fatto parlare di sé per una iniziativa singolare. Nella sua città Natale ha luogo, in questi giorni, una famoso carnevale che attira decine di migliaia di visitatori. “Il Carnevale di Granville è un patrimonio immateriale dell’UNESCO e il più importante carnevale dell’ovest della Francia. Défilé di carri allegorici, fanfare, balli, battaglia di coriandoli… Un’aria pazzerella soffia su Granville! Il tutto in riva al mare”, così recita uno spot su Internet.

Claude Letort partecipa al carnevale con un carro molto particolare, allestito da lui e da un gruppo di amici:  è il “carro dei poveri”. Il carro dei poveri nel carnevale di Granville esisteva già verso la fine dell’’800. Era destinato a sostenere le famiglie dei pescatori che partivano per la pesca e stavano assenti da casa fino a nove mesi. Il carro era sparito negli anni ’60. Nel 2002, su iniziativa di alcuni giovani, la tradizione è stata ripresa e ora continua. Il carro raccoglie fondi che vengono destinati a una associazione caritativa. 

Come a dire: si può stare allegri, senza, per questo, dimenticare. Se ridere è una cosa seria, figurarsi se non è cosa seria ricordare i poveri in mezzo a una spensierata sfilata di carnevale. 

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