Bene ha fatto don Luigi Ciotti a concludere il suo intervento dal palco della manifestazione del 5 novembre a Roma sollecitando i partecipanti ad aderire alla campagna “Sei per la pace, sei per mille”. Perché la presenza in piazza per rendere pubblica la volontà di pace è importante, ma fondamentali sono le scelte concrete che ciascuno può fare.
Il Parlamento italiano recentemente ha votato per l’aumento delle spese militari, con l’obiettivo di raggiungere il 2 per cento del Prodotto Interno Lordo. Proprio in Parlamento era stata presentata una proposta di legge di iniziativa popolare per l’opzione fiscale sui soldi destinati alla difesa.
Nella Costituzione italiana è sancito il dovere di difendere la patria, ma non c’è scritto che ciò debba avvenire necessariamente con le armi. Per questa ragione viene chiesto di poter scegliere se destinare il 6 per mille delle imposte sul reddito (IRPEF) alla difesa armata oppure alla difesa civile non armata e nonviolenta.
Questa proposta si inserisce coerentemente nella campagna “Un’altra difesa è possibile”, da anni sostenuta da tutte le realtà pacifiste e nonviolente italiane. Destinare adeguate risorse pubbliche alla difesa civile è un atto di coerenza che dovrebbe essere sostenuto da tutte le persone che considerano la pace l’unica via.
Se vuoi la pace, prepara la pace. E la pace si fa anche attraverso la resistenza nonviolenta nei conflitti. Per mettere in atto la nonviolenza servono addestramento, capacità, risorse, tecniche, convinzione, professionalità non inferiori a ciò che viene richiesto per far parte di un esercito armato.
Perciò se davvero sei per la pace, finanzia la pace con il sei per mille.
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Rocchetti