Paralimpiadi. Non solo sport

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Un ragazzo, genitori dello Sri Lanka, nato a Roma, stravince nel lancio del disco e stravince nella simpatia.
Parla un perfetto italiano con delle simpaticissime parentesi di romanesco.
Le paralompiadi, grande evento di educazione collettiva

“Riggi”, medaglia d’oro di simpatia

La straordinaria intervista ha contribuito o, se preferiamo, ha fatto venire alla luce, l’importanza che già si conosceva. L’intervista in questione è quella a Rigivan Ganeshamoorthy, un ragazzo nato a Roma da genitori originari dello Sri Lanka. Rigivan, Riggi per gli amici, cioè per tutti, ha vinto la medaglia d’oro di lancio del disco alle Paraolimpiadi di Parigi, stracciando il primato precedente, migliorato di sei metri. Dopo la vittoria è stato intervistato. E l’intervista è stata il trionfo dell’autenticità e della leggerezza.

Rigivan parla un italiano impeccabile con qualche frequente e vistosa licenza romanesca. “Che devo di’?”, quando la giornalista gli chiede qualcosa di quello che provava di fronte al successo; “Domani se vedemo” dice ancora alla giornalista. Poi dedica la sua vittoria a tutti: “«A mia madre, mia sorella, al personal trainer Enrico Ruffini, a Francesco La Versa, a Roberto Minnetti, a tutta Dragona, a Roma, ar decimo Municipio, al mio vicino che mi è venuto a trovare e mi ha dato la bandiera”

Giunto alla fine dell’elenco aggiunge: “Me so’ scordato: Ciao Alice! È la ragazza mia”.

Alla fine diventa serio e dice cose bellissime:  “Quella è la cosa più bella penso, l’amicizia, le persone che ti vengono a trovare. Questo vale più di una medaglia d’oro. E questa medaglia è per tutta la Nazione e per tutti i disabili che stanno a casa”.

L’intervista ha sorpreso e meravigliato tutti. Alle Paralimpiadi non si era mai visto niente di simile e quando a Rigivan è stato chiesto un commento a questa successione incredibile di risultati, lui ha risposto: «Grazie, grazie a tutti». 

Lo sport migliore quando non è solo prestazione fisica. Le ricadute sociali

Non ha parlato di sport e non si è presentato come l’atleta dei primati. Non ha commentato i sei metri in più del suo lancio record rispetto al primato precedente. E’ rimasto Riggi e lo sport è apparso prima di tutto a lui, e poi a tutti, come un meraviglioso divertimento e un modo per restare se stessi, anche quando si è malati e anche quando si porta la cannuccia per poter respirare meglio. E si capisce come un ragazzo così allegro in situazione così difficile sia diventato un messaggio vivo per tutti quelli che si trovano in situazioni simili alla sua. 

Ma la portata più grande è il messaggio sociale delle paralimpiadi e, dentro le paralimpiadi, di gente come Riggi. Le paralimpiadi sono, infatti, uno straordinario evento pedagogico che aiuta a superare antichi steccati e antichissimi pregiudizi. Se ne parla, se ne scrive, si chiede alla scuola di formare coscienze nuove… Ma, alla fine, si deve acclimatare come normale per tutti un atteggiamento costruttivo verso tutte le fragilità. E’ quello che può fare un evento così vasto e così presente come le paralimpiadi.

Tutte le gare delle paraolimpiadi lo fanno, gente di straordinaria simpatia come Riggi esaltano le paraolimpiadi e alla fine il messaggio, il difficile messaggio passa. 

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