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In attesa dei risultati del voto, una esemplare discussione

Ieri ero a pranzo da parenti, gente tanto simpatica, quanto intelligente, gente che si vuole bene e sta bene insieme. E provate, un po’, a indovinare di che cosa si è discusso. Ovviamente, si è discusso di politica, di elezioni, di partiti e dintorni. Visti i tempi, era cosa inevitabile. 

Abbiamo detto cose dette da tutti

Abbiamo detto cose che, probabilmente, molti altri hanno ripetuto e straripetuto, in questi giorni. La campagna elettorale è stata una noia inarginabile, sono riusciti, tutti i partiti, a farci capire che non vale la pena scegliere qualcuno di loro, che se fosse per quello che ci hanno detto e per il modo con cui ce l’hanno detto, non andremmo a votare.

Calenda e Renzi, due narcisi anche nello scrivere i loro programmi

Una del gruppo ha letto per intero i programmi dei partiti. E ne ha tratto alcune convinzioni. Mentre, mediamente, i partiti hanno alcune pagine, una decina al massimo, Calenda e Renzi hanno un programma di 52 pagine. Commento dell’interessata: i due narcisi restano narcisi anche nello scrivere un programma di governo. Come a dire: guardate come, noi due, siamo bravi! E sempre dalla lettura dei programmi si tira fuori la sensazione che sono documenti mediamente curati male, che non invitano alla lettura, danno l’impressione di essere stati “buttati giù”. Con una eccezione: Forza Italia: grafica curata bene, colori, testo. Commento dell’interessata: per chi l’apparire è tutto anche il programma di governo è un apparire bene. 

Si è conservatori solo perché si vota Calenda

Poi il gruppo “si confessa” su cosa voterà. I componenti del gruppo che hanno accettato di dire in pubblico i loro peccati, una decina circa, voteranno tutti PD. Naturalmente, “otturandosi il naso”, naturalmente ben sapendo che Letta è una lagna, naturalmente ben sapendo che il partito è la bella addormentata nel bosco, eccetera eccetera. Una sola, una signora, voterà Calenda. Sbeffeggiamenti generalizzati: in un gruppo che vota così massicciamente a (centro) sinistra una che vota a (centro) destra appare, semplicemente, “di destra”. Orrore. Quando si dice l’importanza delle sfumature. Ma l’interessata ha delle buone ragioni per farlo. E le dice. È molto convinta, ma non convince. Nessuno si converte, infatti.

Abbiamo sentito acutamente di far parte di una società

La discussione è stata, per lo più accesa. È avvenuto più di una volta che qualcuno dicesse: “Ma lasciami finire”, oppure: “non interrompermi”, oppure: “posso parlare?”. Insomma. Nel nostro piccolo abbiamo dimostrato di sentire acutamente di far parte di una società. Abbiamo sentito di essere abitati da un’eccedenza di passione politica che però non trova sbocchi.A pensarci bene, anche questa, come gli argomenti della nostra discussione, è cosa risaputa. Ma di cose risapute che restano senza risposte è pieno il mondo. E soprattutto è pieno il mondo della politica.

Chissà se i vincitori di   queste elezioni si impegneranno davvero ad accorciare la distanza fra quello che loro dicono e fanno e quello che i loro elettori si aspettano. Il gruppo non ne ha parlato. Ma sono sicuro che, se ne avesse parlato, avrebbe risposto massicciamente: no, non si impegneranno. Anche la signora che vota Calenda sarebbe stata d’accordo. Ma anche questa è una cosa risaputa.

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