Il cibo, lo spreco e il degrado dell’ambiente

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Si spreca molto e l’ambiente degrada. Urge una cultura nuova che tocchi tutti e tutti coinvolga

“…pane sfornato ad ogni ora, pane inbustato a lunga scadenza sempre morbido, pane prima congelato e poi cotto nel supermercato, pane di tutti i tipi e le forme, ma che non sa di pane”

Il cibo lo spreco e il degrado dell’ambiente sono oggi due problemi strettamente connessi. Nelle nostre case per tradizione il pane avanzato non si buttava mai. Semplicemente non avanzava in quanto si terminava, oppure lo si utilizzava in ausilio alla preparazione di ricette ad hoc. Lo si usava come pane grattuggiato, nelle merende, alla colazione, nelle minestre, nei piatti unici invernali della nonna, che avevano un qualcosa di speciale. Questo “costume” delle famiglie era radicato, diffuso, si apprendeva senza necessità di alcuna spiegazione, semplicemente osservando.

Il grande spreco e il degrado ambientale

Non sono lontani quei giorni, solo pochi decenni, eppure oggi queste consuetudini sono sparite. Il cibo lo si trova in ogni dove e lo si spreca grandemente. L’esempio del pane è emblematico: pane sfornato ad ogni ora, pane inbustato a lunga scadenza sempre morbido, pane prima congelato e poi cotto nel supermercato, pane di tutti i tipi e le forme, ma che non sa di pane.
Nel contempo quando si ha la fortuna di avere ancora un panettiere artigianale vicino casa, quale scoperta di profumi e sapori.

Pane quindi che purtroppo che viene gettato nell’umido quando vecchio.

Ancora poco diffusa è la consapevolezza che il sistema alimentare globale contribuisce in maniera molto importante al degrado ambientale, è fonte di grandi sprechi e, che molto spesso, si tratta di prodotti alimentari non sani.

Il consumo di calorie, di acqua, di carne

“Il sistema alimentare globale contribuisce in maniera molto importante al degrado ambientale”

L’ultimo rapporto scientifico Ipcc relativo ai cambiamenti climatici evidenzia un dato inquietante: “Il sistema alimentare globale, che include tutte le emissioni generate lungo l’intera filiera dalla produzione fino al consumo, contribuisce per circa il 25-30% delle emissioni antropogeniche di gas serra.

Dal 1960 il consumo di calorie pro capite è aumentato di circa un terzo, il consumo di carne è raddoppiato. L’uso di fertilizzanti chimici è aumentato di nove volte e le aree naturali convertite in agricoltura sono 5,3 milioni di km2, corrispondenti a poco meno della superficie di tutta l’Europa continentale (esclusa la Russia Europea). Il consumo idrico per l’irrigazione è pari al 70% del consumo umano totale di acqua dolce. Allo stesso tempo, lo spreco alimentare pro capita è aumentato del 40% e corrisponde attualmente al 25-30% del cibo prodotto, che contribuisce all’ 8–10% delle emissioni del sistema alimentare.”

800 milioni soffrono la fame

Mentre lo spreco e il degrado dell’ambiente si ingigantiscono, i numeri della Fao nello Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo sono scandalosi: oltre 800 milioni di persone al mondo soffrono la fame.  Vengono sprecati 1,4 miliardi di tonnellate di cibo.
Per cercare di dare una delle risposte nel 2015, con l’Expo, a Milano è stato redatto il Milan Urban Food Policy Pact, sottoscritto da oltre 210 città del mondo tra cui anche la nostra città di Bergamo nel 2019.  L’intento dichiarato era di agire concretamente nelle politiche locali del cibo (le c. d. Food Policy). Ogni ambito che coinvolge il cibo (dalle mense scolastiche, ai mercati agricoli, alla riduzione dello spreco alimentare, alla educazione alimentare nelle scuole, alle piattaforme di approvigionamento, sino al sostegno alle produzioni locali a basso ambientale) dovrebbe il più possibile essere coordinato e con un pensiero politico di lungo periodo.
Le città firmatarie ogni anno si ritrovano per un confronto sui temi più rilevanti. Quest’anno, dal 19 al 21 ottobre, l’incontro mondiale si svolgerà a Barcellona. Anche la nostra città è stata chiamata a condividere le proprie buone pratiche. Questo in particolare circa il rapporto tra  cibo e salute e circa le diverse reazioni di sostegno della città, con la pandemia di Covid 19, in favore della cittadinanza.
L’esperienza di Bergamo è emblematica. Il tavolo della Food Policy ha sede presso il Comune di Bergamo e coinvolge una ventina di realtà molto significative e rappresentative del nostro territorio. Oltre al Comune di Bergamo, sono presenti la Camera di Commercio, l’Università di Bergamo, la Coldiretti e la Confagricoltura, il Parco dei Colli. Vi fanno parte anche associazioni come il Biodistretto, il Mercato e cittadinanza e Slow Food, alcuni istituti scolastici….
In particolare, ogni anno si organizza la manifestazione “Agricultura e diritto al cibo”. Quest’anno si svolgerà a fine ottobre e sarà il punto di incontro tra molte città italiane, associazioni e cittadinanza. Si approfondiranno alcune buone pratiche per proseguire nel percorso di miglioramento delle politiche del cibo.

Più consapevoli dello spreco e del degrado

“Serve l’impegno di tutti e che è alla portata di tutti perché davvero lo spreco e il degrado dell’ambiente siano arginati”

Un consumo maggiormente consapevole comporta diversi elementi. Si devono ridurre gli sprechi del cibo con acquisti sempre più mirati. Il consumatore deve essere parte attiva, a livello globale attraverso le politiche del cibo delle città. Tutto questo può incidere in modo molto forte nell’ambito del contrasto al cambiamento climatico. La salute dei cittadini ci guadagna e aumenta la tutela del pianeta.

Serve l’impegno di tutti e che è alla portata di tutti perché davvero lo spreco e il degrado dell’ambiente siano arginati.
Un passo importante di maggior consapevolezza è la mappatura attualmente in corso con l’associazione Està di Milano, per studiare le dinamiche complessive del cibo a Bergamo e per mettere poi in atto iniziative concrete.
Lp sguardo politico e le azioni conseguenti su queste tematiche sono ad un punto di non ritorno.
A noi contribuire in maniera concreta.

1 Comment

  1. […] E’ ovvio che se le grandi decisioni non ridisegnano il vivere comune (abitare, produrre…) in una visione integrata e per forza coraggiosa, ci si riduce a piccoli passi d’emergenza, sostanzialmente alla cieca e contraddittori. (Leggi anche qui ) […]

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