L'Europa e il "riarmo" fanno discutere.
Sul tema della pace e dei dubbi sul "riarmo" abbiamo pubblicato contributi nelle scorse settimane.
Giovani Cominelli ci offre spunti per comprendere le ragioni di un esercito a difesa dell'Europa
L'Ucraina e i sogni imperiali di Putin
Non si può dire che Putin non abbia espresso chiaramente in questi anni quali fossero le sue intenzioni. Esemplare è il discorso del 21 febbraio 2023:
Vorrei sottolineare ancora una volta che l’Ucraina per noi non è solo un Paese vicino: è una parte inalienabile della nostra storia, della nostra cultura e del nostro spazio spirituale. Da tempo immemorabile, le persone che vivono nel sud-ovest di quella che storicamente è stata la terra russa si chiamano russi e cristiani ortodossi.
Coerentemente con il disegno del Ruskij Mir – Il Mondo russo - Putin ha lanciato fin dalla Conferenza di Monaco del 2007 la “reconquista” dei territori dell’impero russo zarista-staliniano: Georgia (2008) – Ossezia del Sud, Crimea e Donbass (2014), Siria (2015), invasione dell'Ucraina (2022 – …). In risposta “all’abbaiare della Nato”? Non parrebbe. Piuttosto in obbedienza ad un disegno che viene da lontano e che è stato dichiarato. La fuga americana dall’Afghanistan e la pressione cinese su Taiwan e i silenzi di Obama e della Nato – magari avesse abbaiato! - sulla Siria e sulla Crimea hanno dato a Putin l’impressione di poter tentare il colpo finale e di poter riportare l’Ucraina all’ovile.
La Russia e i popoli confinanti. La Nato
L’accenno fatto da Mattarella al Patto Molotov-Von Ribbentrop è una fake-news, come dicono i Russi? No, è esattamente quanto è successo nell’agosto del 1939: a Hitler metà Polonia, a Stalin l’altra metà. Anche i bambini sanno che poi la cosa finì male per i Sovietici. Ma poi, quando tornarono, pretesero di nuovo il controllo sull’intera Polonia, su mezza Germania e su molto altro ancora. Il controllo: cioè l’adozione del modello di Stato e di governo sovietici. Dimenticare ora uno storico disegno dell’élite dirigente russa, politica e clericale, significa semplicemente non vedere la realtà.
E la Nato? Nella Nato non si entra perché costretti – come accadde all’Europa orientale, reclutata a forza nel Patto di Varsavia e nel Comecon - ma per scelta democratica dei Parlamenti. La Nato si è allargata, perché i popoli confinanti con la Russia, a partire da quelli ex-comunisti, hanno paura del ritorno dell’Impero russo. Si può dar loro torto? Chiunque faccia un giro in Polonia o nelle Repubbliche baltiche scoprirà personalmente che la paura dei Russi tra gli abitanti è prevalente. Campata per aria? Vaglielo a spiegare, se sei capace! Li hanno conosciuti per decenni ed è loro bastato. Come ha detto una volta Adam Michnik: “La cosa peggiore del comunismo è quanto viene dopo di esso”. Ed è ciò che da quelle parti si teme di più.
Lo strano accordo del 2022 e le mire russe sull'Ucraina
Dunque: il fatto è che esiste un disegno imperiale russo, volto a ripristinare con la violenza la vecchia sfera di influenza. L’invasione dell’Ucraina è la conseguenza più grande e più vicina. I Russi hanno messo in giro una fake-news: che nel marzo-aprile 2022 a Istanbul era già possibile un accordo, ma che gli Ucraini lo fecero fallire. Solo che il 15 giugno 2024 il New York Times ha reso noto il testo del possibile accordo, che era rimasto secretato. L’art. 5 stabiliva che, in caso di un altro attacco armato all’Ucraina, gli “Stati garanti” che avrebbero firmato il trattato – Gran Bretagna, Cina, Russia, Stati Uniti e Francia – sarebbero venuti in difesa dell’Ucraina.
Peccato che la Russia avesse ottenuto di inserire una clausola, in base alla quale gli Stati garanti dovevano approvare all’unanimità la risposta in caso di attacco all’Ucraina. In pratica, Mosca avrebbe potuto invadere nuovamente l’Ucraina e poi porre il veto a qualsiasi intervento militare a favore dell’Ucraina: una condizione evidentemente assurda, che Kiev identificò rapidamente come una rottura dell’accordo.
Quale” vittoria” chiedono gli Ucraini? Semplicemente il ripristino dei propri confini, previsti dal Memorandum di Budapest del 1994, firmato dalla Federazione Russa, dagli Stati Uniti d'America, dal Regno Unito, che garantiva l’indipendenza e la sicurezza dell’Ucraina quale Stato sovrano in cambio della restituzione di circa 1.800 testate nucleari ai Russi.
La pace non è una condizione che va da sé. L'Europa deve difendersi
Finora, protetti dalla Nato dal 1949, noi Europei ci siamo sentiti al sicuro. Ma ora che Trump dice che se ne vuole andare dalla Nato e dall’Europa, perché ha ben altri problemi altrove, perché la UE è una banda di truffatori (sic!), noi Europei che facciamo? Se riteniamo che Putin e i Xi Jin-Ping siano due pacifisti, possiamo dormire sonni tranquilli. Possiamo continuare a commerciare “con apertura confidente”? La Merkel e noi con lei lo abbiamo fatto per due decenni. Ora dobbiamo difenderci. Non ci siamo mai vergognati di difenderci con le armi degli altri – salvo quelli che da sempre hanno predicato “Fuori l’Italia dalla Nato, Fuori la Nato dall’Italia” - perché dovremmo vergognarci ora di difenderci con le nostre armi?
A meno che abbiamo della storia del mondo e della specie umana un’idea del tutto irrealistica. Il peccato originale è solo una favola o è un modo di dire che la pace non è affatto una condizione naturale, ma una costruzione culturale e politica, della quale in questa valle di lacrime fanno parte anche le armi? La guerra fa parte da sempre della politica. Guerra per aggredire e guerra per difendersi, se aggrediti.
Le armi costano? Certamente. Ma costa assai di più subire una guerra di aggressione. A meno che, appunto, decidiamo che salvare le nostre vite fisiche sia più importante che salvare le nostre libertà. Se si pensa che non c’è nulla per cui valga la pena di battersi e di morire, è come pensare che non c’è nulla per cui valga la pena di vivere. Stupisce sempre che i credenti di una Chiesa, nata dal sangue dei martiri, abbiano perso il senso del dramma della storia umana…
De Gasperi e la Comunità Europea di Difesa
Si tratta pertanto di riprendere l’antico disegno degasperiano della Comunità Europea di Difesa. Per farlo occorre superare l’assetto istituzionale della UE – che altro non è che una Confederazione debole di Nazioni – e passare alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa, quale potenza in grado di interporsi tra Usa, Cina, Russia che oggi puntano a spartirsi il mondo.
Si tratta di circa due miliardi di persone che vogliono sottomettere gli altri sei miliardi.
Possiamo/dobbiamo svolgere un ruolo di pace. Per farlo, dobbiamo essere liberi e forti. Così direbbe oggi don Sturzo.