
Per il 2024 l’immagine vincente è stata scattata da Mohammed Salem, fotoreporter della Reuters; il titolo appropriato è “Nuova Pietà di Gaza”
Nella motivazione la giuria del concorso ha definito la fotografia immagine che contrasta: “…la nostra desensibilizzazione alle conseguenze dei conflitti umani…”.
Nella banalità di uno scatto fotografico, la “Nuova pietà di Gaza” – dopo quasi mezzo millennio – declina nel contemporaneo i temi della Pietà Rondanini di Michelangelo.
E’ l’immagine di un abbraccio.
Di umano c’è poco: solo due mani che accarezzano, proteggono fermano un fagotto sferico. I corpi sono definiti da drappi: bianco quello della bambina morta; blu la tunica della donna, aranciato il velo. Il bianco si definisce come sudario per due piedini calzati d’azzurro che spuntano dal bordo frangiato.
I sentimenti sono nei gesti velati dai drappi: lo strazio da un braccio avvinto al fagotto sferico che viene definendosi come testa; la disperazione da un volto che non si vede e che, per non vedere, affondato in un gomito; la tenerezza da due teste che, senza essere esposte riescono ad esprimere, una il gelo della morte, l’altra il calore della vita; la solennità dal sudario che, drappeggiato come in un marmo antico, si chiude in un nodo che punta in alto.
Lo sguardo del fotoreporter ha riconosciuto in un obitorio di guerra un pezzo di sublime.
Anche questa è immagine di un abbraccio
Due figure cercano faticosamente di prendere forma innalzandosi da un blocco di pietra grezza. Il corpo umano è “a pezzi”: da un lato si stacca un braccio mutilato. La figura maschile, levigata nella parte bassa, innalzandosi perde forma, sfuma e si incastra in una sagoma verticale. Due teste alla sommità – gravate da pesanti calotte – guardano in basso nella stessa direzione. La sagoma di un braccio sorregge la testa maschile; la testa di donna ha due volti: quello sticciato sul fianco guarda verso l’alto.
Non appaiono segni di sacralità.
Lo scalpello di Michelangelo ha lasciato nel marmo un pezzo di sublime.
Nella “Pietà Rondanini”, come nella “Pietà di Gaza”, la solennità delle forme evoca il dolore, il contrappunto di volumi la bellezza, la concentrazione del racconto il commiato.
Nelle due immagini, a mezzo millenio di distanza – dopo tanta storia, in culture differenti – l’amore, la morte, la storia, il destino restano mistero irrisolto che l’arte a volte riesce a vedere e raccontare.
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