L’illuminazione dello sguardo

Un’esperienza di soglia
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Sinodo. Il problema è crederci
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Itinerari di arte e nuovi locali e servizi per l’Assistenza dei “poveri”
Un segno in questi momenti di crudele inospitalità
Museo e assistenza sanitaria
La marginalità tra arte e solidarietà
Jannis Kounellis Svelamento 2012 Museo San Fedele
(La forma di una grande croce trapela da un sacco appeso ad una trave)

La Fondazione Culturale San Fedele a Milano – via Hoepli, in fianco al Duomo – inaugura i nuovi spazi espositivi del Museo San Fedele e, contemporaneamente, nuovi locali per l’Assistenza Sanitaria ai senza tetto: due realtà solo apparentemente distanti. 

Spazi di l’arte e di assistenza sanitaria ai più poveri per rinnovare l’umano


La fondazione culturale san Fedele fu creata nel 1994 dalla Compagnia di Gesù nel centro di Milano per collegare la cura dell’arte contemporanea, in tutte le su forme, alla cura della persona, in tutte le sue espressioni, privilegiando la cura della salute e dei diritti dei più poveri.

L’arte contemporanea muove la mente ai confini della cultura e apre nuove visioni; la cura della salute della persona senza tetto, straniera, errante, muove la misericordia ai confini della società e apre nuove visioni sull’umano.

Il 5 ottobre scorso la Fondazione ha inaugurato nuovi spazi sia per l’assistenza sanitaria (mediamente 10.000 persone all’anno di 60 diversi paesi curate da 90 volontari), sia per il museo. Il museo, che raccoglie opere di arte moderna e contemporanea in tema di arte e marginalità, presenta la mostra antologica dedicata all’opera di William Xerra VIVE 1972-2022.

William Xerra – artista del frammento e della sopravvivenza


Nasce a Firenze nel 1937; vive e lavora a Piacenza. Tutta la sua opera ricerca segni tra pittura e poesia. Da anni Xerra recupera frammenti di pitture antiche, spesso di soggetto religioso, che trova da rigattieri o in mercatini delle pulci.

Un frammento evoca già di per sé molteplici arcani: chi l’ha rotto… Per quale motivo… Perché, se pur rotto, è stato conservato… In quali luoghi… Davanti a quali sguardi… A quali passioni… A quali preghiere?

Xerra stende il frammento su una tela grezza e rovesciata. Con diverse tecniche sovrappone pitture parole, frasi, scritte. Ri-attualizza un annuncio, lo espone a una luce nuova e restituisce un messaggio purificato dai fronzoli di trascorse contingenze, tradotto in lingua corrente.

Il riesumare si è trasformato in nuova vita; quello che fu posto ai margini si ripropone allo sguardo, diventa arte.

Cura di frammenti e cura di persone


William Xerra ha intitolato la sua mostra VIVE 1972-2022”“Vive” è il segno usato dai correttori di bozze (Xerra ha lavorato a lungo nel comparto tipografico) per indicare ai margini di un testo una parte che si pensava di eliminare, ma che, per un ripensamento, viene recuperata e pubblicata. Margine, ripensamento, recupero, riconoscimento di un valore rimosso, affermazione di nuova bellezza, sono lemmi della poetica di Xerra, così come le sequenze del processo di cura per la persona povera ai margini della vita sociale.

La “Via crucis” per una meditazione contemporanea negli spazi della Controriforma


Nella navata della chiesa di San Fedele, prototipo ed esempio tra i più interessanti nell’architettura religiosa della Controriforma, è esposta la “Via crucis” realizzata nel 1999 da Xerra e donata alla Fondazione.

L’autore racconta di aver trovato in un mercatino dell’usato una scatola polverosa con dentro i dipinti delle stazioni della Via crucis su tele sfilacciate e malconce, malamente ritagliate dalle cornici. Si trattava probabilmente della refurtiva di un antico furto sacrilego interessato più alle cornici che ai dipinti.

Secondo la sua sintassi creativa Xerra le ha più volte rielaborate integrando le pitture, riferibile a un buon maestro del ‘700 piemontese, con figure, immagini, parole, segni in un linguaggio che racconti il sacro nei modi del nostro tempo

Gesù muore
E’ deposto nel sepolcro

Nella stazione dove “Gesù muore”, nella parte destra, lo spazio del rettangolo scandisce la ricerca della perfezione nelle proporzioni della sezione aurea; la scritta nel contorno di cornice riporta l’idea di perfezione secondo il Vangelo apocrifo di Tommaso: “In modo che due siano uno…”.

Nella stazione dove “E’ deposto nel sepolcro”, nella parte di destra, il messaggio scritto non si può leggere, c’è, ma resta mistero; solo i margini spuntano da un rettangolo di cielo azzurro dove è tracciata una clessidra: è una questione di tempo, di attesa aperta alla speranza nella vita e nell’immortalità dell’uomo e dell’arte.

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