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Gli stermini nazisti, Montini e la “protesta” di Guttuso

27 settembre 1942. Il ministro (fascista) deplora…

E’ in libreria dal 18 settembre il libro “Le carte di Pio XII oltre il mito”. Il tema è la ricerca in atto di quanto e cosa si sapesse in Vaticano intorno alle politiche naziste di sterminio degli ebrei. 

Nella presentazione del libro il Corriere della sera nel supplemento La lettura – oltre ad una sconvolgente lettera in data 14 dicembre 1942 che informa il Vaticano dello sterminio ogni giorno di 6.000 polacchi ed ebrei nel campo di Belbec – pubblica una nota inedita di monsignor Giovanni Battista Montini. 

Il futuro papa Paolo VI registra il colloquio avuto il 27 settembre 1942 con monsignor Pucci, prelato ben introdotto negli ambienti del regime fascista e nei servizi segreti. La nota riferisce che monsignor Pucci aveva parlato con il ministro Guido Rocco, ex ambasciatore e direttore della stampa estera presso il ministero della Cultura Popolare. Il ministro Rocco:

 “…ha deplorato il fatto del quadro del Guttuso (mostra di Bergamo). Ha manifestato sentimenti di deplorazione per le terribili deportazioni e eliminazioni che si stanno facendo di ebrei innocenti.”

Il quadro a Bergamo che suscita la stessa deplorazione dello sterminio

Renato Guttuso – Crocifissione,1942 – olio su tela, cm200x200 – Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna

La mostra che cita il ministro Rocco è il Quarto Premio Bergamo in svolgimento a Palazzo della Ragione da settembre a ottobre 1942; il quadro del Guttuso è la “Crocifissione”.

La grande tele diventa da subito un fatto clamoroso; si parla di opera provocatoria e scandalosa di artista sovversivo.  Conservatori e clericali vi rilevano blasfemia e immoralità arrivando a definire Guttuso ”pictor diabolicus”. 

Il dipinto, non solo viene accettato in concorso e esposto in mostra, ma vince il secondo premio pari a £ 25.000 e viene destinato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. 

Il vescovo Bernareggi concorda con gli organizzatori una collocazione discreta e riservata dell’opera; proibisce al clero di visitare la mostra.

“…una tragedia di oggi”

Guttuso costruisce la scena in diagonale; i crocifissi si sovrappongono. Il braccio della croce del Ladrone rosso è un campo nero che nasconde il volto di Gesù, come a dire che Cristo in agonia ha il volto di ogni uomo.

Tutto è fuori dal tempo: la città bombardata sullo sfondo è un’anonima sequenza di campi di colore; i personaggi sono nudi, né antichi né moderni, dentro il conflitto di tutta la storia, un conflitto evocato dalla violenza del colore, dalla forza delle pennellate, dalla citazione del cavallo già protagonista in Guernica di Picasso.  

La Maddalena nuda di spalle – figura che al tempo destò maggior scandalo – si aggrappa al sudario che, candido, quieto, verticale, si fonde con il rosa del corpo nudo della donna, immagine di una passione esposta e indifesa. 

Guttuso commenterà così il suo quadro: 

è una tragedia di oggi, il giusto perseguitato è cosa che soprattutto oggi ci riguarda

Nella nota di monsignor Montini “il quadro del Guttuso” diventa icona profetica di sentimenti sconvolti da “terribili deportazione e eliminazioni”.

Le provocazioni linguistiche e iconografiche di Guttuso, proprio a Bergamo, apriranno nell’arte religiosa nuove prospettive di ricerca verso più autentiche espressioni di fede e di sequela al Vangelo nei tempi correnti.

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