È iniziato il CRE preceduto in moltissimi Oratori da riunioni, incontri di programmazione, ricerca delle persone perché ce n’è sempre bisogno… Insomma… un mese di attività e proposte non è cosa da poco e siamo (sono anche io parte in causa) in molti ad essere piacevolmente coinvolti in questo “lavoro” faticoso ma entusiasmante.
In ogni nostra realtà parrocchiale il CRE muove tantissime persone coinvolgendo in modo significativo i ragazzi delle nostre comunità. Non possiamo che essere contenti di vivere a contatto con le giovani generazioni per un tempo prolungato fatto di relazione, di amicizia, di legami, di confronti e scontri, di passione educativa che in questo tempo traspare in modo evidente.
Il CRE è ancora una bella esperienza e ne siamo, penso, convinti tutti quanti. La fatica della preparazione e conduzione di questo mese di attività si conclude sempre nella convinzione e anche nella gioia di averci creduto ancora una volta. Anche quest’estate sarà così.
Insieme alla “potenzialità” dell’esperienza CRE e in fondo alla sua “bellezza” non possiamo però non accorgerci che molte cose stanno cambiando provocandoci alcune significative (penso) riflessioni intorno alle persone che vivono questo denso mese.
Da più parti mi è giunto lo stesso rimando: Gli adolescenti che sono chiamati a svolgere il ruolo di animatori quest’anno sono molti e insieme molto piccoli, gran parte di loro hanno appena concluso i primissimi anni delle superiori mentre sono quasi spariti nel nulla (almeno per quanto riguarda il CRE) i maggiorenni, i ventenni!
Mi pare un significativo dato se confrontato con gli anni appena trascorsi. Se, da un lato, fa piacere che si sentano coinvolti i più piccoli, dall’altro preoccupa l’assenza di chi potrebbe dare un aiuto e uno sguardo adulto nel CRE stesso. Certamente sono molti gli impegni di un giovane che studia, che deve sostenere la maturità o ancora gli esami universitari e questo è da capire!
Diminuiscono gli adulti, aumentano gli adolescenti. E’ in atto un cambiamento di fisionomia del CRE
Ci ritroviamo dunque a “combattere” con i soldati che abbiamo e grazie a Dio ci sono ancora molti adolescenti che offrono il loro contributo per la buona riuscita del CRE. Senza di loro il CRE sarebbe impossibile. Siccome sono “alle prime armi” ci accorgiamo che non sarebbero pronti ad affrontare un mese così impegnativo, li vorremmo tutti più adulti e più responsabili. Ma, evidentemente, sono soltanto adolescenti! Chiediamo loro la maturità di un adulto mentre non lo sono! Dunque w gli adolescenti!
Il loro numero, al CRE, aumenta sempre di più mentre cala ogni anno il numero dei ragazzi delle elementari e delle medie- Questo è sotto gli occhi di tutti! Il calo delle nascite di anno in anno si fa sentire e i contraccolpi li notiamo tutti non solo durante l’estate ma anche nella catechesi, nella scuola! In ordine al CRE tra non molti anni avremo un numero molto basso di ragazzi e molti adolescenti. Questo probabilmente porterà a cambiare la fisionomia dell’esperienza CRE. Forse non sarà più la stessa che sempre abbiamo pensato e proposto nei nostri oratori!
Si apriranno degli scenari interessanti: il CRE solo per gli adolescenti? E gli adolescenti abiteranno ancora in modo così significativo i nostri oratori? Sarà soltanto merito del don (che probabilmente non ci sarà più) la loro presenza massiccia? Sarà soltanto colpa dell’assenza del don la conseguente assenza degli adolescenti? Oppure urge una riflessione più approfondita in merito ai giovani genitori?
Già, le giovani (più o meno) coppie penso ci facciano riflettere, perché quando non cercano altre proposte estive certamente più performanti rispetto a quella del CRE dell’oratorio, con costi ovviamente più alti, vorrebbero un CRE parrocchiale a misura di bambino, o meglio, del LORO bambino… Sempre più preoccupati; sempre più in preda all’ansia, sempre più dipendenti dagli umori o dai capricci dei loro figli, che senza la presenza dei genitori spesso si rivelano più creativi e autonomi di quanto si pensi! E l’esperienza si appesantisce e diventa molto più faticosa di quanto già non lo sia!
I giovani genitori talvolta sono un problema: troppo ansiosi, troppo “dipendenti” dai loro figli…
Certamente non è sempre così, ci mancherebbe. Per fortuna i genitori dei piccoli che frequentano i nostri oratori non sono tutti così. Ho volutamente calcato la mano, ma sfido chiunque sia impegnato nei nostri oratori e nei nostri CRE a non notare tutto ciò!
L’ultima osservazione che mi pare importante è legata ai ragazzi che frequentano la catechesi lungo tutto l’anno nei nostri oratori. Alla fine del percorso in genere gli ultimi avvisi che ricevono sono quelli legati all’estate, al CRE, alla vacanza insieme per le medie e le superiori. Colpisce che molti di loro “spariscano” di colpo dopo l’ultimo incontro di catechesi, dopo un anno dove si è faticosamente cercato di costruire legami di comunità attorno alla comune fede in Gesù Cristo.
Il CRE, per quanto mi riguarda, è espressione di quel cammino o altrimenti… non “sta in piedi”. Vorrei che le nostre famiglie lo comprendessero davvero perché ci si sforza sempre per trasmettere questa “ricchezza”, questa passione che nasce dal Vangelo.
Forse per qualcuno le mie osservazioni saranno banali o scontate. Spero di no. E’ servito più a me tematizzarle che limitarmi a condividerle a voce… perché tante volte lo si fa, tra preti, educatori, catechisti, volontari etc.! Forse non ci sono soluzioni, ma almeno ne avremmo parlato! Con la speranza che il CRE sia sempre, anche in futuro, una “bella esperienza” per tutti, perché lo è e perché tutti la ricordano con simpatia e affetto (anche i genitori).