Gli stupratori di Catania e Salvini, il musulmano

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Gli stupratori di Catania e Salvini, il musulmano

Dei ragazzi di origine egiziani violentano una ragazza. Siamo a Catania.
Dei ragazzi “normali” che nel branco diventano belve.
Salvini propone la castrazione

Quello che è capitato

Il fattaccio è avvenuto qualche giorno fa in un parco di Catania. Ma se ne è parlato a lungo e se ne parla tuttora. Si tratta dello stupro da parte di sette ragazzi egiziani verso una ragazza dopo che il fidanzato di questa era stato immobilizzato. I giornali hanno anche riferito di come lo stupro sarebbe avvenuto. l gruppo si sarebbe diviso, con una parte che avrebbe tenuto fermo e picchiato il fidanzato, costringendolo ad assistere impotente agli abusi. Un’altra parte avrebbe spinto la ragazza all’interno dei gabinetti dove sarebbe stata violentata a turno da due ragazzi, mentre gli altri assistevano alla scena da sopra il muro divisorio della toilette. Solo dopo il secondo abuso la ragazza avrebbe trovato la forza di divincolarsi e di fuggire insieme al fidanzato, raggiungendo la frequentatissima via Etnea per chiedere aiuto. Da qui è stata trasportata in ospedale.

Tra i molti commenti che ne sono seguiti, uno ci ha impressionato. E’ apparso sul sito del Corriere. I ragazzi egiziani sono descritti come ben inseriti nella casa dove sono ospiti, insospettabili. Gli operatori delle strutture li descrivono come giovani «normali», con «un approccio relazionale sano» dicono, in contatto con le famiglie d’origine che hanno lasciato per cercare fortuna in Italia”.

Quello che si può pensare

Non possiamo immaginare che chi si è informato sia stato imbrogliato o abbia imbrogliato. Per cui si deve prendere atto che esiste un drammatico sdoppiamento fra come i sette egiziani sono “normalmente” e come si sono comportati, quella sera, in quel parco di Catania. Tra la normalità quotidiana e l’aggressività delinquente di quella sera c’è una differenza fondamentale: quella sera erano insieme, loro sette soltanto. Ci pare difficile pensare che nella casa di accoglienza siano loro sette soltanto. Ma, anche nell’ipotesi che lo fossero, nella casa ci sono sicuramente dei responsabili, degli educatori ai quali i sette devono rendere conto. Oltre al fatto che, in tutta probabilità, nella casa c’erano altri ospiti come loro. Dunque, la diversità sta nel gruppo. In casa il gruppo non c’è o è un altro gruppo, mentre, fuori si costituisce il branco. E’ lì il “fare come tutti” che fa da detonatore alla delinquenza. Basta che uno solo faccia il delinquente, il gruppo “obbliga” tutti a diventare delinquenti. 

E lasciamo agli psicologi di spiegare come questa metamorfosi si forma e forma dei delinquenti da ragazzi sani e normali. E prendiamo atto che non riguarda solo i sette ragazzi egiziani. Un fatto che, se preso sul serio, potrebbe portare a fare alcune, impegnative riflessioni. 

Quello che ha pensato Salvini

P.S. Salvini ha proposto la castrazione – non ricordiamo se fisica o chimica – dei sette. Salvini ha una cultura sociale premoderna. Ancora in questi giorni abbiamo letto una notizia di agenzia che riguarda altra gente e altro paese: “Un uomo condannato per furto ha subito come punizione il taglio della mano, mediante ghigliottina. E’ successo nella prigione centrale di Mashhad, nel nord est dell’Iran, secondo quanto riferito dal quotidiano filo-governativo Khorasan News e denunciato da Amnesty International”. 

Salvini così tenacemente antislamico è, in realtà, musulmano di testa. Se uno ruba, gli Ayatollah gli si tagliano la mano. Se uno stupra, Salvini propone che lo si castri. Che bella roba, la politica iraniana e che meraviglia quella di Salvini.

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