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Un ritornello infinito: invoco la pace

La pace: tema dominante del pontificato di papa Bergoglio.
La pace definita, anche, dal termine geniale: "artigianale".
Ma pace anche complessiva, frutto di una "ecologia integrale"

Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo.

Un numero indefinito di parole e gesti

Queste sono alcune delle parole lette domenica di Pasqua in piazza san Pietro. Papa Francesco con un filo di voce ha dato la benedizione a tutti e poi ha chiesto al maestro delle Celebrazioni Liturgiche Diego Ravelli di leggere il suo messaggio pasquale. Le ultime parole pubbliche di papa Francesco. Le ultime di un’immensità di parole e di gesti per chiedere la pace.

Dal suo primo giorno, dalla sua prima visita in quel di Lampedusa fino all’ultimo giorno quasi un mantra continuo: la pace. Parole come quelle sul disarmo oppure come queste, sempre lette il giorno di Pasqua:

In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi piÚ familiari, poichÊ siamo tutti figli di Dio! Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile!

Un pace "artigianale"

Mi sento perfettamente in sintonia con questo “mantra” sulla pace. Una costante di papa Francesco. Mi sento in sintonia non solo perché credo nella pace, ma soprattutto per le ragioni che papa Francesco porta alla causa della pace. 

Un primo dato interessante è che per papa Francesco “la pace è artigianale” cioè non nasce solo dagli accordi tra i grandi della terra che stabiliscono trattati internazionali e che quasi mai sono capaci di pensare ad una pace giusta per tutti.  La pace artigianale è quella che nasce dal basso. Così scrive papa Francesco:

La pace la costruiamo anche noi, nelle nostre case, in famiglia, tra vicini di casa, nei luoghi dove lavoriamo, nei quartieri dove abitiamo

una pace artigianale appunto. Se vogliamo, la miglior espressione di questa pace artigianale è il famoso “nessuno si salva da solo” pronunciato dal papa nella solitudine del Venerdì Santo nell’anno del covid. 

Non esiste una guerra giusta

C’è un secondo passaggio che mi fa sentire in profonda sintonia con tutte le parole pronunciate dal Papa sulla pace.

Vi è nella sua visione, il superamento di quella che viene chiamata la guerra giusta. Secondo papa Francesco non esiste guerra giusta. Essa è solo fonte di sofferenza per tutta l’umanità.

Esiste solo una pace giusta. In questo tempo in cui la guerra “giusta” si ripropone a pezzi in tutto il mondo, l’affermazione di una pace giusta che passa attraverso il diritto internazionale, oggi più volte calpestato, la vicinanza a tutti coloro che sono vittime del dramma della guerra e il riaffermare le ragioni della pace giusta e non della guerra giusta è una questione fondamentale per il bene di questa umanità.

Una "ecologia integrale"

Ci sono tantissime altre ragioni che mi fanno sentire in sintonia con le infaticabili parole di papa Francesco sulla pace.

Qui ne aggiungo una sola: il legare insieme in una stretta connessione tra loro pace, giustizia, misericordia, migranti, poveri, un nuovo volto dell’economia e della politica.

Papa Francesco parla di ecologia integrale. Una nuova visione del mondo che lega tutto insieme. È solo da questo nuovo legame che può nascere una speranza nuova. Non c’è solo un trattato di pace, ma una visione nuova di un mondo nuovo. 

Dal primo giorno fino all’ultimo giorno un’invocazione di pace. Non mi ha mai stancato questo continuo ripetere la parola pace. Mi ha invece spronato a costruire la mia piccola pace artigianale che nasce dal mio quotidiano.

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