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Trump cristiano devoto

Donald Trump con Paula White nominata da Trump responsabile dell “ufficio della fede”

Trump firma la creazione di un “Ufficio della fede”.
Le figure di cristiani ultraconservatori che vi fanno parte.
Una teologia che non sa che cosa è la croce e chi sono i poveri

Evangelici e cattolici. Ma soprattutto ultraconservatori

La notizia è di ieri sul Corriere. Trump ha firmato un altro – l’ennesimo – ordine esecutivo per istituire un “ufficio della fede”. Responsabile sarà Paula White, predicatrice, che dice di aver visto Dio nel 1984. Oggi afferma che “opporsi a Trump equivale a opporsi a Dio”.

Dio è di casa tra questi “spirituali” trumpiani. D’altronde lo stesso Trump ha affermato più volte che nell’attentato di luglio “è stato Dio a salvarmi: un’esperienza che mi ha cambiato”. E aggiunge che non solo Dio ha salvato Trump, ma lo ha salvato perché Trump salvi l’America. 

Va ricordato che ci sono anche cattolici tra i sostenitori di Trump. Il più celebre è il vice presidente J. D. Vance, cattolico ultraconservatore. Ma non è l’unico trumpiano cattolico ultraconservatore: c’è anche Brian Burch, leader del CatholicVote e nominato da Trump ambasciatore presso la Santa Sede. 

Gli angeli cantano sull’Ufficio Ovale della Casa Bianca

Paula White, non è solo responsabile dell’”ufficio della fede” ma è anche consigliera spirituale di Trump ed esponente della cosiddetta “teologia della prosperità” che sostiene che Dio premia chi ha una fede forte con ricchezza e salute.

Si potrebbe dire che è la teologia della pioggia sul bagnato. Chi è ricco non solo ha soldi e successo ma è anche benedetto da Dio. Non so se esiste anche una versione geopolitica di quella teologia che, coerentemente, dovrebbe affermare che i popoli ricchi, gli USA, per esempio, con il loro reddito pro capite di 81.695 dollari sono benedetti da Dio, mentre il Sudan, con i suoi 410 dollari, è maledetto. Inutile ricordare che gli USA hanno diversi amici, alcuni dei quali (il Lussemburgo, per esempio) più ricchi di loro, così come il Sudan ha moltissimi amici alcuni dei quali (il Burundi, la Repubblica Centrafricana…, per esempio) poveri come loro. 

Ecco questo riferimento teologico del trumpismo, con le sue eventuali estensioni geopolitiche, è molto rivelatore. Chi ha successo gode della benevolenza divina. La benevolenza, nel vangelo di Luca, appare già nei primi capitoli, esattamente al capitolo secondo, versetto 14. L’evangelista racconta del canto degli angeli sopra la stalla di Betlemme: “Pace sulla terra agli uomini che egli ama”, alla lettera: “agli uomini (oggetto) della sua benevolenza”. Ecco, se mi è consentita una battuta, faccio un po’ fatica a pensare che gli angeli hanno lasciato Betlemme e si sono messi a cantare sopra l’Ufficio Ovale della Casa Bianca. 

Un cristianesimo senza croce

Battute a parte. Un cristianesimo così – che, va riconosciuto, non è solo di Trump e di Paula White – è un cristianesimo senza croce nel quale i poveri sono poco più di un intralcio o, nella migliore delle ipotesi, una chance ulteriore offerta ai ricchi di dimostrare che, oltre che ricchi e prediletti da Dio, sono anche generosi con i poveracci. La croce, la povertà e i poveri sono usciti di scena.

P.S. Qualcuno, lo so, potrebbe obiettare che la Bibbia conosce anche le ricchezza come segno della scelta divina. Ma. Primo. E’ un tema di alcuni testi del Vecchio Testamento. Secondo. Anche nel Vecchio Testamento al primo posto sta la fedeltà dell’uomo a Dio: la ricchezza è una conferma di quella fedeltà. Nel trumpismo, invece, si ha l’impressione che i rapporti si sono rovesciati: non si è ricchi perché santi, ma si è ritenuti santi perché ricchi. 

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