Si tratta di Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, che hanno agito insieme con Mirto Milani, fidanzato di Paola. Martedì aveva confessato Mirto. Mercoledì l’ha fatto Silvia, la figlia più grande. E ieri è stato il turno di Paola, la più piccola. Tutti i giornali ne parlano.
Dalla vicenda vengono fuori alcuni elementi che lasciano sconcertati. Anzitutto il motivo. Tutte le fonti giornalistiche parlano di motivi chiaramente economici. Laura Ziliani disponeva di un patrimonio rilevante. Anzitutto degli immobili. Il loro valore complessivo è stato stimato fra i 3 milioni e i 3 milioni e mezzo di euro.
Poi Laura Ziliani era titolare di quindici diverse proprietà immobiliari e sette terreni agricoli, ereditati dopo la morte nel dicembre 2012 di Enrico Zani, il marito. La vigilessa era quindi titolare di un terzo delle abitazioni e pertinenze in questione, mentre alle tre figlie spettavano due noni a testa. Gli immobili in questioni sono sparsi fra i Comuni di Brescia, Concesio, Temù e Malonno.
I tre hanno ammazzato per entrare subito in possesso del patrimonio. E non si sono impegnati a essere molto delicati: hanno drogato la povera Laura, l’hanno soffocata con un cuscino, poi l’hanno sepolta in riva al fiume Oglio.
Emerge poi un secondo particolare, anch’esso, a modo suo, inquietante. Mirto Milani era fidanzato della prima sorella, Silvia, ma era anche amante della più giovane, Paola.
I giornali riferiscono inoltre che Mirto, dopo aver confessato il delitto, è stato ricoverato in ospedale perché profondamente scosso e desideroso di “farla finita”.
Viene, un po’ rozzo, ma inevitabile, un primo commento: Accidenti, però, che bella famigliola. Così innamorati dei soldi da portare ad ammazzare e ad ammazzare a quel mondo. E poi così allegramente impegnata in amorazzi d’altri tempi. D’altri tempi? Speriamo. In ogni caso amorazzi da far rabbrividire. Sia nel caso le due sorelle sapessero e avessero deciso di vivere a mezzadria con l’unico uomo di casa. Sia che la prima non sapesse e la giovane le rubasse il fidanzato, sfilandoglielo sotto il naso.
Il fidanzato è il personaggio in ogni caso più sconvolgente. Non solo per il suo impero sessuale, così vario e così a portata di mano. Ma anche per quello che di lui si sa da quando è salito agli onori – diciamo così – delle cronache. All’inizio ha ucciso la futura suocera e alla fine ha deciso di uccidere se stesso. Tra la prima morte e la seconda, gli allegri diversivi con le donne di casa.
Alla fine, però, questi fattacci sono, comunque e sempre, una inqualificabile disgrazia. Non solo per i protagonisti che hanno ammazzato a quel modo. Ma sono una disgrazia anche per tutti gli altri che leggono la notizia. Questi delitti al limite del concepibile, infatti, fanno sentire innocenti anche i più incalliti colpevoli. Perché tutti i colpevoli si sentono incapaci di fare loro quello che hanno fatto Silvia, Paola e Mirto.
I delinquenti estremi, infatti, fanno diventare santi i delinquenti che sono meno estremi di loro. I quali, però, non sono estremi, ma non sono neppure santi e delinquenti restano.