
La nascita, con il suo carattere di gioia, rimanda immediatamente alla musica.
Una musica che può nascere anche attraverso la melodia delle parole; come quelle, bellissime e magiche, nel protovangelo di Giacomo:
E io Giuseppe stavo camminando, ed ecco non camminavo più. Guardai per aria e vidi che l’aria stava come attonita, guardai la volta del cielo e la vidi immobile e gli uccelli del cielo erano fermi. Guardai a terra e vidi posata lì una scodella e degli operai sdraiati intorno, con le mani nella scodella: e quelli che stavano masticando non masticavano più, e quelli che stavano prendendo del cibo non lo prendevano più, e quelli che stavano portandolo alla bocca non lo portavano più, ma i visi di tutti erano rivolti in alto. Ed ecco delle pecore erano condotte al pascolo, e non camminavano ma stavano ferme; e il pastore alzava la mano per percuoterle col bastone, e la sua mano restava per aria. Guardai alla corrente del fiume e vidi che i capretti tenevano il muso appoggiato e non bevevano; … e insomma tutte le cose, in un momento, furono distratte dal loro corso.
Protovangelo [apocrifo] di Giacomo. XVIII, 2[1]
[1] I disegni sono di Fabio Borgogni