I nemici di papa Francesco

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Uomini di Chiesa contro papa Francesco
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Accuse varie da parte di vari critici.
Alcuni sono cardinali. Spesso anonimi.
La strana Chiesa che si preccupa di salvare soprattutto il proprio passato

Autoritarismo, benedizione delle coppie omosessuali, riforma della Curia…

Ho Letto un servizio sul giornale francese “la Croix”. Il servizio rivela una notizia che, per la verità, è già nota: papa Francesco ha molti “nemici”, soprattutto dentro la Chiesa. Il servizio cita documenti, alcuni anonimi, e cita nomi, alcuni noti. I motivi delle contestazioni sono, essi pure, noti. “Accuse di autoritarismo e critica di decisioni importanti, come la possibilità di benedizioni delle coppie omosessuali, la restrizione della liturgia preconciliare o la riforma della Curia”. Così riassume il giornale francese. Il quale poi conclude citando un prete, romano, anche questo anonimo, che dice: “Alcuni aspettano il nuovo papa, altri si chiedono se Francesco non sia un po’ fuori di testa”. 

Vengono poi indicati documenti che portano il nome di “Demos”. Sono due: “Demos” e “Demos II”. Sono tutti e due pesantemente critici verso Papa Francesco e le voci dicono che questi documenti sono stati scritti da un cardinale. Qualcuno mette in relazione questi documenti con il cardinale australiano George Pell, morto nel gennaio del 2023. I documenti potrebbero, in effetti, essere riferibili al cardinale in questione, nel senso che rispecchiano abbastanza fedelmente l’atteggiamento critico che il presule australiano aveva nei riguardi di papa Francesco. Difficile dire se li ha scritti fisicamente lui o qualcuno del suo gruppo. Ma gli ambienti conservatori che si riconoscono in quei documenti, riconoscono anche che il George Pell non ha ancora trovato un successore al suo livello.

Un altro noto oppositore di Francesco è il cardinale americano Raymond Burke. Di lui si cita una frase perentoria, enunciata nel novembre del 2023, prima del sinodo voluto dal Papa. Il sinodo, secondo Burke, “rischia di far perdere l’identità della Chiesa”.

In nome della democrazia si invoca un Papa meno democratico

Ma il servizio della Croix è poco interessante nell’identificare le identità di questi “nemici”. Non per particolari demeriti del giornale, ma per l’oggettiva difficoltà a individuare chi sta dietro documenti anonimi. E’ un dato che chiede, già di suo, una critica. Esistono, dunque, nella Chiesa dei personaggi illustri, forse addirittura dei cardinali, che criticano ma senza assumersi la responsabilità di quello che dicono e si nascondono dietro un comodo, rassicurante anonimato. Può darsi che questi soloni abbiano anche qualche ragione. Ma si fatica a pensare che il loro modo di fare possa rappresentare lo stile alternativo alla Chiesa di papa Francesco.

Tutto questo rivela poi una inquietante contraddizione. Si critica papa Francesco, il suo autoritarismo, le sue decisioni in nome di una maggiore democrazia: i documenti anonimi, in effetti, hanno preso il nome di “demos”, popolo. Ma questi documenti e diverse altre critiche reclamano una chiesa più autoritaria, più legata alla “verità”, alla tradizione, con un Papa che resta a Roma e non viaggia più… Insomma, si chiede in nome della democrazia che il Papa sia meno democratico.

Ma la Chiesa di Pell e di Burke non ha futuro

Interessante, poi, che i leader di questa opposizione sorda siano soprattutto australiani, americani, curiali… Che vengano, cioè, dalle antiche Chiese di matrice occidentale che sono pesantemente in crisi. Non si chiede, cioè, una Chiesa che si apre al mondo, soprattutto il Sud del mondo e l’Est del mondo, ma che si ponga a paladina del vecchio mondo del Nord, dove, tra l’altro, la Chiesa sta lentamente morendo. E dove sopravviverà solo se sarà capace di radicali, coraggiosi cambiamenti.

Tanto che diventa inevitabile chiedersi se questi uomini di Chiesa servono davvero la Chiesa o si servono della Chiesa. Difficile dare una risposta sicura, ma difficile evitare la domanda.  

P.S. Ho parlato di cardinali, di Australia e di America. Ma accanto ai cardinali che difendono i loro lustrini di generali, esistono alcuni caporali locali, talvolta più affezionati ai lustrini di quanto non lo siano i generali. Sono pochi, per fortuna. Molto pochi. Ma ci sono e sono convinti che la Chiesa ha un glorioso passato davanti a sé.

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