Lo Spirito grembo di ogni cosa

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Giugno 7, 2025
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Lo Spirito grembo di ogni cosa

"Ospite dolce dell'anima/dolcissimo sollievo" (Sequenza di Pentecoste - Tempera di Giuseppe Sala)

Settima lettera della speranza
Lo Spirito nel mondo
VIII. Domenica di Pasqua – Pentecoste (Gv 14, 15-16.23-26)

Cari fratelli e sorelle,

Solo per amore Gesù fa dono ai suoi del suo Spirito perché la grazia è data ad ogni uomo. Siamo così giunti non alla fine ma all’In_principio. Pentecoste è l’inizio del mondo nuovo. Il Risorto non ci lascia soli: ci lascia il suo Spirito. Lo riversa nel mondo. Il suo Spirito è il cuore del mondo.

Il soffio di Dio su tutta la creazione

In questo giorno di Pentecoste, il cielo è più vicino, la terra e il cielo si toccano nel cuore,
lo Spirito si fa carne. Il soffio di Dio si riversa su tutta la creazione, e dà respiro a tutta la terra. Oggi si rinnova l’effusione dello Spirito su tutti i popoli, in tutti i cuori, in ogni latitudine e senza confini. Non c’è luogo dove non arrivi, non c’è vita che non possa essere toccata dallo Spirito.

Lo Spirito è Grembo di ogni cosa. L’effusione dello Spirito – in un mondo spesso smarrito, disincantato, segnato da divisioni e distanze, da guerre e conflitti – è promessa di un mondo che si rinnova, che non si arrende alla divisione, che non si lascia vincere dalla paura, che non si lascia imprigionare dall’indifferenza e dominare dalla violenza.  

Il soffio leggero dello Spirito è respiro che dà vita, rinfresca, risveglia, rigenera, riunisce riscatta riapre la vita nel suo flusso oltre ogni forma di isolamento e chiusura. Lo Spirito dona carne alla memoria di Gesù, la accende nel nostro vivere quotidiano; lavora in ogni passo, in ogni incontro, in ogni gesto d’amore. È vento che soffia come vuole, che non sai da dove viene e dove va. Così è di chiunque è abitato dallo Spirito di Gesù.

In sintonia con Gesù e con gli uomini

Quando Gesù ci ha dato il suo Spirito, ci ha dato la capacità di vivere l’amore che lo abitava. 

E qui si gioca la nostra libertà. Infatti, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. Uno dei doni da invocare insonnemente dallo Spirito per non cadere nel vuoto e sentirci vivi è che ci metta costantemente in sintonia con Gesù e anche con gli uomini che il Signore ha amato, con quelli che incrociamo nella nostra strada, con quelli che non conosciamo, con quelli che ci sembrano ostili e lontani. Attraversa muri, apre porte ci porta in spazi aperti in attesa di ascoltare la Parola che passa, la Parola che dimora.

Non un amore idealizzato, ma un amore che si fa carne, che abita nei gesti quotidiani, nei volti che incrociamo, nelle mani che si tendono. È la presenza che ci invita a stare sulla soglia, a non chiuderci mai dietro muri o porte, ma a rimanere aperti, in attesa di ascoltare la Parola che passa, la Parola che dimora. È battesimo di fuoco, è un vivere nuovo. Un vivere da figli nella libertà: non quella di staccarci da tutto, ma quella di restare nella città dell’uomo percorrendo con fiducia strade inedite.   

Qualcosa di più grande che ci abita

Lo Spirito rinnova la sua creazione, rinvigorisce lo stanco, rianima chi è spento, raddrizza chi è sviato, riunisce i dispersi, riabbraccia il lontano, riscalda chi è gelido, richiama alla vita chi è ancora nel potere della morte. Ogni parola d’amore, ogni opera di giustizia, ogni passo verso la libertà, ogni gesto di perdono e di pace verso il chiunque altro è segno di qualcosa di più grande che abita in noi. È già parte di quella speranza che non fallisce.

Lo Spirito del Risorto si riversa sul mondo. È grembo cosmico che dà vita ad ogni cosa nell’amore di una tenerezza immensa. Spirito che attraversa ogni confine, unisce uomini popoli, culture, fedi perché le soglie che segnano i passaggi dell’esistenza umana sono comuni ad ogni uomo e donna di questa terra. La nascita di un figlio, gli abissi della colpa, il conflitto e la comunione nella relazione con altri, la crescita e l’iniziazione alla vita adulta, l’innamoramento, il matrimonio, la vita comune, l’esperienza della malattia e della cura, la morte quale ultimo passaggio nella speranza. Tutto si affida ad un amore eterno dove non viene meno alla promessa della vita.

“Non lasciatevi rubare la speranza”

«Non lasciatevi rubare la speranza» (Papa Francesco). Lo Spirito viene per vivificare, trasformare, trasfigurare il viaggio dell’esistenza umana liberandolo da ciò che lo minaccia e rischia di spegnerne la speranza. Lo Spirito di Gesù è il cuore del mondo, è energia che passa in ogni uomo e donna, in ogni volto, in ogni storia. È palpabile in un amore che non si ritira mai. Ogni volta che aiutiamo ogni persona a nascere, a rialzarsi dalla propria caduta, a ritessere la relazione con gli altri e a credere in una comunione più grande, a crescere e a realizzare ciò che è chiamata ad essere, ad amare in modo libero e gratuito, a liberare nel male l’uomo da ogni paura curando le ferite e asciugando ogni lacrima, a sperare nella morte tenendo fede alla promessa buona della vita.

Nel disincanto del mondo lo Spirito ci ricorda che la nostra umanità è chiamata a una speranza che non delude, a una bellezza che non svanisce. Ad un amore che non avrà mai fine.  Non siamo soli, non siamo dimenticati. Nel disincanto del mondo, nel vuoto delle parole e delle istituzioni, lo Spirito viene a dirci che tutto ciò che è umano ha valore eterno.

Nulla è perduto. Nulla è inutile. In Gesù, l’amore di Dio ha preso carne, e oggi, in ogni uomo e donna, è vivo, è presente, è risorto. Ogni amore dato, ogni ferita accolta, ogni soglia attraversata con fiducia è già riscattata per sempre. Siamo volto di un’umanità non più separata da Dio, ma che è stata presa per mano, amata, assunta per sempre nel seno di Dio e chiamata alla pienezza nella comunione con Lui, con gli uomini e il mondo. Non siamo più separati da Dio. Siamo inabitati dallo Spirito. Siamo presi per mano. Siamo immersi in un respiro più grande. È in questo respiro la nostra speranza.

Ogni frammento umano è riscattato

«Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre». Il mondo intero è toccato da questo soffio. Ogni popolo, ogni cultura, ogni lingua sono chiamati a risuonare all’unisono con l’amore che li abita. Lo Spirito è tenerezza cosmica che riscatta ogni frammento dell’umano. «Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». E noi, nella testimonianza all’Evangelo di Dio oggi, possiamo fare della nostra vita un atto di prossimità, di cura, di vicinanza, di fraternità.

Lo Spirito, quando scende, porta con sé la certezza che nulla di ciò che è veramente umano andrà mai perduto, ma tutto troverà riscatto, tutto sarà ricomposto e redento, tutto il bene riceverà il suo compimento. 

Anche oggi il mio cuore è morto più volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorità. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio», (Etty Hillesum).«All’eccesso del male corrisponde, specularmente, una sproporzione nel bene: […] negli eroismi quotidiani, non appariscenti di innumerevoli persone» (Petrosino). 

Tutto ciò che abbiamo attraversato – le soglie della vita, i suoi abissi, le sue vette – non si sono chiuse in sé stesse: oggi, lo Spirito le raccoglie, le riscatta e le rilancia.  Non è una chiusura, la nostra, è una consegna per il viaggio…

Camminiamo secondo lo Spirito 

Pentecoste. Poema del respiro umano

C’è un respiro
che attraversa il mondo
e non si vede.

È grembo,
quando una vita si accende
contro il buio.

È mano,
quando si cade
e qualcuno resta.

È ponte,
tra volti estranei
che si riconoscono fratelli.

È fuoco,
nel cuore che cerca
un nome, una via.

È seme,
nell’amore che si dona
oltre la separazione.

È balsamo,
sulla pelle ferita
che non rinuncia a sentirsi viva.

È soglia,
tra la vita che muore
e la morte che non vince.

È respiro,
quando tutto tace
e ancora speri.

Non ha nome,
ma abita i tuoi passi.

Non ha volto,
ma ti attraversa.
Va dove vuole.

E chi lo ascolta
non è più lo stesso.

Rilancio ultimo.Il respiro che tiene insieme il mondo

Cari fratelli e sorelle,

tu che vivi, che lotti, che sogni ancora, ascolta questo vento. È il giorno in cui il respiro del Risorto si riversa sul mondo. È Pentecoste. Non un punto d’arrivo. Ma il soffio che riparte da ogni inizio, e lo riapre.

Tutto ciò che abbiamo attraversato – le soglie della vita, i suoi abissi, le sue vette –
non si sono chiuse in sé stesse: oggi, lo Spirito le raccoglie, le riscatta e le rilancia.

Ricordi il primo passo? Il venire al mondo, fragili e assoluti. Lo Spirito è il grembo che ci genera ancora. È il sì che ci fa essere. Ogni volta che qualcuno viene accolto, ogni volta che si fa spazio a un inizio, lo Spirito soffia. Anche lì dove la nascita è negata o derisa,
temuta, dove le vite vengono spente in partenza, Lui grida: “Siete miei figli”. E nessuno è dimenticato. Ogni figlio è atteso, voluto, amato.

Poi è venuta la colpa? Ma all’inizio era la promessa e la benedizione su ogni vita.
Quel baratro in cui inciampiamo, la vergogna che ci piega, la voce che ci accusa.
Eppure lo Spirito non ci condanna: ci ricorda che nessuna ferita è eterna, che ogni caduta può diventare varco. È la forza che ci rialza, che ci fa dire ancora “mi fido”, che sussurra: “Torna a vivere, non avere paura”.” Alzati e cammina”

Abbiamo parlato di comunione. Quel miracolo quotidiano di diventare parte di qualcosa più grande di noi. Lo Spirito è la corrente che unisce. Non impone, non costringe. Ci attira in un legame più largo, dove nessuno è escluso. Nelle famiglie, nelle amicizie, tra culture e fedi diverse: è Lui che lavora nel segreto, che riconcilia le fratture, che ci riconsegna l’altro come dono.

La crescita di ogni figlio è quel cammino fatto di inciampi, di domande che bruciano, di conquiste che non durano, di ribellioni che gridano attenzione. Lo Spirito è pazienza e fuoco insieme.
È la luce che orienta, è la fame di verità che non si spegne. È il coraggio di cambiare
e restare fedeli al cuore. È la voce che dice: “Non fermarti ora”. Vai nel mondo. Diventa adulto di te stesso.

L’amore. La più fragile e potente delle soglie. Lo Spirito è l’amore stesso che ha abitato Gesù. Non quello ideale e romantico, quello che lava i piedi, che resta anche quando tutto vacilla, che sa morire e rinascere cento volte. Nel mondo dove i legami si sfilacciano, lo Spirito scioglie i nodi e insieme ritesse relazioni nel segno della fedeltà, della cura, e bellezza che resiste.

Nella malattia che ferisce il corpo, ci fa toccare il limite, ci riporta in una condizione più evidente di dipendenza lo Spirito non cancella il dolore, ci sta dentro, ci attraversa, ci consola, ci conferma con la sua forza nella nostra debolezza. È la mano che accarezza, lo sguardo che accompagna, la speranza che si ostina a dire: “Anche qui c’è vita. Anche qui tu sei amato.” È balsamo sulle nostre ferite.

La morte è il più grande scoglio. La soglia che più si teme varcare.  Il passaggio definitivo alla Vita che più non muore. Lo Spirito non la nega. La abita. È il soffio che ha risvegliato Gesù dal sepolcro. È la voce che ci dice che non finisce tutto, che c’è una memoria che non svanisce, che ogni amore vero è custodito. Anche quando piangiamo, anche quando il buio sembra totale, lo Spirito resta con noi, e ci promette: “Non sarai perduto”. 

Infine, la speranza. Non quella facile. Quella testarda, che nasce proprio quando non sembra più il tempo. È lo Spirito a renderla possibile: quando ci fa rialzare, quando ci rende umani anche nel dolore, quando ci unisce anche da lontano, quando ci manda fuori da noi stessi per costruire un mondo più giusto, più fraterno, più umano.

In questo tempo disilluso, dove tutto sembra sfaldarsi, lo Spirito è il legame che tiene insieme il mondo, che ci tiene uniti a Gesù in Dio. È energia che passa da volto a volto,
da popolo a popolo, dà vita a vita. Non ha confini, non parla una sola lingua, non abita un solo tempio. È come fuoco che arde senza bruciare, come vento che attraversa ogni muro.

E ora, fratello, sorella, non temere il cammino. Lo Spirito ti precede, ti accompagna,
ti spinge oltre. Vai. Non sei solo. Porta con te questo respiro. E ogni volta che aiuterai qualcuno a nascere, a rialzarsi, ad amare, a sperare, saprai che è Lui che vive in te.
Che è Pentecoste, ancora. «Quella parte di me, la più profonda e la più ricca in cui riposo, è ciò che io chiamo Dio», (Etty Hillesum)

Con te, nella forza mite dello Spirito. Sempre in cammino, insieme.

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