
Gesù è tentato dal demonio. La tentazione consiste nell’invito a scegliere la via facile del messianismo della forza. Gesù respinge il tentatore e resta il figlio obbediente al Padre “fino alla morte”.
La tentazione: tema affascinante. Noi uomini siamo, in tutta la creazione, le uniche creature veramente esposte alla tentazione. È stato detto che l’uomo è il grande sbaglio della creazione (Monod), perché possiede desideri infiniti e possibilità limitate. Vorrebbe tutto, ma può avere solo qualcosa. Il demonio conosce molto bene questa situazione. E allora propone all’uomo di dare ascolto a quei desideri: gli propone di comportarsi come se fosse Dio. Tutte le tre tentazioni di Gesù sono tentazioni di onnipotenza. Gesù risponde diversamente da Adamo, che vuole avere tutto, e si comporta da Figlio che è pronto, invece, a dare tutto. La sua onnipotenza sta nel totalitarismo del servizio.
Anche oggi il nostro insaziabile desiderio di avere, di possedere, di comandare è come un grido verso l’assoluto: il punto fragile in cui si rivela l’insoddisfazione, la ricerca. Pensiamo al potere. Come è facile “sacralizzare” il potere. Più i regimi sono forti più la tentazione cresce. Di fronte a queste ricorrenti tentazioni noi credenti dobbiamo tornare a dire quella cosa semplice ed essenziale: Dio solo è Dio. Dio solo e nessun altro.
Quando questo è chiaro, si può esercitare il potere perché so che il potere non è tutto e che è sottoposto a un giudizio superiore. So che il pane non è tutto e posso mangiare. Anzi, è Dio stesso che dona il cibo.
La quaresima può essere vista come il viaggio spirituale che va dall’assoluto del pane, del potere, della religione usati per i nostri scopi, all’assoluto unico e insostituibile di Dio dal quale riceviamo tutto, anche il pane, anche il potere, anche la religione e le sue istituzioni.