L’ho sentita ieri mattina a Radio 3, durante la rassegna stampa di “prima pagina”. Forse perché in Italia ieri non c’erano i quotidiani, “prima pagina” si è lasciata andare a fornire notizie un po’ speciali. Una di queste notizie riguardava Trump. Il candidato alla presidenza USA distribuisce bibbie. Costo: 60 dollari. Anzi no, per l’esattezza: 59,99 dollari.
Appena ho avuto un po’ di tempo sono andato a verificare. Diversi siti confermano una notizia che, però, è di qualche mese fa, per l’esattezza di fine marzo. “Tutti gli americani hanno bisogno di una Bibbia in casa, e io ne ho molte. È il mio libro preferito”, aveva affermato allora Trump. Il quale, però, riferiscono sempre i siti in questione, ha diritto a una percentuale sulle vendite. E’ di questi giorni, invece, la notizia che riferisce di Trump cheaffrma: «Dio mi ha salvato dall’attentato perché vogliamo salvare il mondo». Modesto, il ragazzo.
Non so perché la notizia delle bibbie sia stata ripresa ora, forse per il premere della campagna elettorale americana. Non solo ma – questa notizia l’ho sentita solo per radio stamattina – Trump ha messo in vendita anche bibbie firmate personalmente da lui. Queste costano 1.000 dollari. La giornalista che ho ascoltato ieri mattina non ha precisato se sono proprio 1.000 dollari tondi o 999,99 che sarebbe più in stile con il personaggio e con le sue abilità mercantili.
Niente di nuovo sotto il sole, dice, appunto, la bibbia, per l’esattezza il libro del Qoelet. I rappresentanti delle destre si presentano spesso come difensori della fede. Anche da noi Salvini esibisce rosari e bibbie (esibiva, per l’esattezza: è un po’ che sembra aver smesso le sue sante abitudini). I grandi difensori della fede, però, sono convinti che, nella misura in cui loro difendono la fede, la fede deve difendere loro. La fede, in altre parole, deve rendere. Rende voti. Salvini in effetti non vendeva bibbie, ma si limitava, per quanto se ne sa, a esibirle. Trump, da buon americano, non si accontenta di intascare voti, ma pretende di intascare anche soldi.
Resta da vedere che cosa c’entri una fede che rende voti e soldi la fede cristiana, quella che Trump e Salvini professano, dove, al cuore di tutto c’è la croce. La quale non rende nulla, ma perde tutto. Ci dicono, però, i Vangeli, le lettere di Paolo, un esercito di gente ammazzata solo perché credeva, che questa perdita è “salvezza”.
Non trovo salvezza, invece, se compero la bibbia firmata da Trump. Lui ci guadagna, io no.