Le grandi attese, il nuovo Papa, la realtà della Chiesa

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Le grandi attese, il nuovo Papa, la realtà della Chiesa

Prima del conclave si aspettava un Papa che doveva rispondere a tutte le aspettative possibili.
Il nuovo Papa non è tutto. Potrà esserlo in parte in una Chiesa comunitaria, partecipata.
Lui dovrà acclimatarsi alla Chiesa e la Chiesa dovrà acclimatarsi a lui

Arriva il papa avevano profetizzato i nostri collaboratori, nel brillante articolo di ieri. Ma non è Tagle e non si chiama Martino VI. 

Prima, le attese di un Papa che “deve essere tutto”

Robert Francis Prevost è americano ma è il meno americano dei cardinali americani, viene dunque dall’America del Nord ma è stato missionario in America del sud, è laureato in diritto canonico ed è religioso agostiniano…

Mentre si aspettava il nuovo papa, i profili di giornali, telegiornali, siti, interviste… sembravano obbedire alle aspettative di una figura-sintesi.. Il Papa, infatti, non poteva essere solo teologo, o solo pastore, o solo capo… Il Papa doveva essere un po’ tutto. La biografia di Robert Francis Prevosti sembra obbedire a questi vasti, ripetuti auspici. E’ una fisionomia che raggruppa diverse fisionomie. Ma, ovviamente, non è tutto: è solo un po’ tutto. 

Dopo, lo sforzo, per lui e la Chiesa, di una “acclimatazione” reciproca

Per cui, da oggi, per lui e per la Chiesa inizia il processo lungo e difficile del difficile processo di acclimatazione. Per lui, per tentare di essere – almeno un po’ – tutto, dovrà per forza rinunciare a pretendere di essere tutto da solo. Nella Chiesa di papa Leone XIV è scritta la necessità vitale della dimensione comunitaria, sinodale. La Chiesa deve essere sempre più “assemblea”, “convocazione” (“chiesa” è in greco “ekklesìa”, dal verbo ekkalèin, che significa “convocare”, “radunare ’n’assemblea”). Il nome dice che cosa è – che cosa dovrebbe essere – la Chiesa. Ma lo deve essere soprattutto oggi, quando le diversità diventano stridenti e la comunità faticosa. Il Papa potrà avvicinarsi a questo ideale, acclimatarsi a questa “vocazione” con molta fatica e molta pazienza.

Ma, mentre il Papa deve acclimatarsi all’ideale vasto della vocazione, la Chiesa dovrà acclimatarsi a lui. E dovrà imparare, la Chiesa, a prendere atto che il Papa dovrebbe sempre essere tutto, ma che non lo è mai. E quindi da oggi in poi il rapporto della comunità ecclesiale con lui dovrà essere fatto anche di molta pazienza, di tragitti di accettazione, di piccole salutari delusioni, vissute e accettate. 

La Chiesa è fatta di questi uomini e di queste donne. E il Papa è questo uomo, questo, non un altro. La Chiesa non sta nei grandi sogni, ma nella dimessa, umilissima realtà.

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