
Quando nel marzo del 2012 Giovanni Colombo, già responsabile del settore giovani dell’Azione Cattolica della diocesi di Milano e presidente della Associazione Rosa Bianca Italiana, scrisse un articolo sulla rivista “Il Margine” dal titolo “Aspettando Francesco I”, ne rimasi molto colpito.
Riporto qui alcune sue parole:
“Si può star sicuri che arriverà. Sarà lui il volto migliore. Si chiamerà Francesco. Sarà Francesco I. Il giorno dopo l’elezione, affiderà all’Unesco, quali siti artistici e turistici, i Palazzi Vaticani, metterà in vendita Castelgandolfo, chiuderà lo Ior affidando i soldi alla Banca popolare etica. Abiterà per lunghi mesi a Assisi e scenderà a Roma – in treno – per celebrare i riti principali nella “vera” cattedrale del vescovo di Roma, quella di San Giovanni in Laterano. Molte cerimonie le farà all’ aperto, sul Monte Subasio o su culmini di colline dove non s’ innalza alcun tempio. Inviterà a sedersi rispettosamente sull’erba. A prendersi le mani tra sconosciuti per storie personali ma ben noti per comune origine. Ad adorare in spirito e verità.
Ridurrà la struttura istituzionale al minimo, con una drastica diminuzione del terziario ecclesiastico (il Concilio Vaticano II voleva snellire la Corte papale ma da allora l’Annuario pontifico ha triplicato le sue pagine). Toglierà il celibato obbligatorio: più piacere, meno ipocrisie. Ordinerà le donne, ma le donne lo vorranno? Non è per nulla scontata la loro disponibilità, dovrà riconquistarle. Darà le dimissioni a 80 anni. Abolirà definitivamente i cardinales. D’ora in poi i grandi elettori del Papa saranno i rappresentanti delle conferenze episcopali. Scriverà un’unica enciclica dal titolo: In nuditate, Domine. In essa chiederà perdono di tutte le volte che il cattolicesimo è stato potere persecutorio su coscienze coartate, finzione autoritaria e violenta della verità, pretesa di non errare smentita incessantemente dai fatti. Nel testo elencherà i dogmi, le norme morali e i canoni del Codice di diritto canonico da gettare nel biondo Tevere. Tolto il fasullo, tolto l’inutile, Gesù di Nazareth tornerà ad affascinare. Sarà di nuovo possibile incontrarlo e seguirlo. Nudus nudum Christum sequi”.
Un anno dopo la pubblicazione dell’articolo su “Il Margine”, nel mese di marzo del 2013, papa Francesco si è presentato al mondo. Immediatamente ho pensato alla profezia di Giovanni Colombo e mi sono compiaciuto. Era evidente che la profezia era estrema, quasi irrealizzabile, eppure papa Francesco a modo suo si è inserito in quel solco. Forse dando minor attenzione alle dinamiche interne alla chiesa, puntando di più sull’umanità, sulla fratellanza, sugli ultimi, sul creato, sulla pace. Può darsi che dentro la chiesa non sia stata una rivoluzione, ma l’atteggiamento e il comportamento di papa Francesco è riuscito a valicare i muri dei pregiudizi e ad arrivare al cuore delle persone. Qualcuno potrà dire che è troppo poco, ma io credo che l’operato di papa Francesco sia stato in ogni caso molto significativo. Ha avviato un cammino e non sappiamo dove ci porterà.
A proposito. Come si chiamerà il successore di papa Francesco? Francesco II sarebbe troppo presuntuoso per il nuovo arrivato. Forse Giovanni XXIV, papa del Concilio, della gente e della pace, diverso da Francesco ma nella stessa direzione. Oppure un nuovo nome, che non c’è mai stato prima, come Francesco. Ma è difficile trovare un nome che sia così simbolico come quello del santo di Assisi. Sarebbe bello se non fosse scelto tra i cardinali, ma venisse dalle periferie del mondo. Sono certo che papa Francesco approverebbe.
“Sono ateo”
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