Il pi greco (π) e gli universi “entangled”

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”Stava osservando la galassia dall’oblò”

Stava osservando la galassia dall’oblò, come capitava spesso prima di addormentarsi. I pensieri iniziarono a scorrere in un flusso disordinato. Pensò alle stelle, ai pianeti, alle orbite, alla gravità, allo spaziotempo, alla luce. La realtà è circolare, l’universo è curvo. Si soffermò sul contorno della visuale: anche l’oblò era un cerchio. E le domande emersero come la lava da un vulcano.

Perché la relazione tra una circonferenza e un diametro non corrisponde ad un numero finito? Il π (pi greco), una costante fondamentale, è un numero irrazionale e trascendente. Come l’universo?

“La parte osservabile del cosmo ha un diametro di circa 93 miliardi di anni luce, mentre il big bang è accaduto circa 13,8 miliardi di anni fa. E prima?”

La parte osservabile del cosmo ha un diametro di circa 93 miliardi di anni luce, mentre il big bang è accaduto circa 13,8 miliardi di anni fa. E prima? Ha senso chiedersi se può esistere un tempo prima dell’origine? Ma il tempo esiste davvero? E i numeri sono reali o soltanto un’ipotesi prodotta dal nostro cervello? Il pi greco è un fantasma che aleggia nell’universo della nostra mente?

“Apparve l’immagine di sua figlia Ester”

Improvviso arrivò un segnale luminoso. Faust tolse lo sguardo dall’oblò e si concentrò sull’ologramma. Apparve l’immagine di sua figlia Ester. Pensò a quando scelse quel nome, che in alcune lingue antiche significa “stella” e in altre “nascondimento”. Si salutarono toccandosi le tempie, un rituale di cui si è perso il senso originario e che probabilmente discende dal periodo in cui si sperimentò la telepatia. Ester iniziò a parlare, anche se non ce n’era bisogno, dato che la comunicazione intracerebrale scorreva fluida nella mente di Faust. Ma era bello sentire il suono della voce, come ascoltare una melodia. “Mamma mi ha detto che lunedì faremo colazione insieme. Ci sarai anche tu?”. 

“La Luna è libera di ruotare intorno alla Terra? Noi siamo davvero liberi o siamo determinati e condizionati dal caos dell’universo?”

Di nuovo i pensieri esplosero in mille rivoli. Lunedì viene da Luna, il satellite che si è staccato dalla Terra 4,5 miliardi di anni fa, quando si è formato il Sistema Solare. “Sì, lunedì potrei essere libero”. Libero, in che senso? La Luna è libera di ruotare intorno alla Terra? Noi siamo davvero liberi o siamo determinati e condizionati dal caos dell’universo? L’universo è il nostro orizzonte degli eventi, ma esistono altri orizzonti o altre prospettive da cui osservare? Questo oblò è il nostro pertugio o la nostra condanna? Possiamo scorgere soltanto ombre nella caverna senza capire che cos’è la luce? 

Omero, Arthur Clarke, Stanley Kubrick…

“Allora ci vediamo lunedì…”. L’ologramma di Ester svanì e nella mente di Faust affiorò una parola: Odissea. Un libro antico, forse scritto dal greco Omero, un altro libro scritto da Arthur Clarke, un film di Stanley Kubrick: così suggerisce Wiki, l’enciclopedia galattica.

“Intorno al pianeta Terra ruotava una stazione spaziale internazionale, mentre sulla Terra le nazioni si cimentavano ancora nelle guerre”

Tempi remoti, quando gli essere umani ancora camminavano e comunicavano soltanto con le parole, scritte o pronunciate. Un’epoca strana, densa di contraddizioni. Era stato scoperto un buco nero con una massa superiore a quella dell’intera Via Lattea, ma nulla si sapeva degli universi “entangled” come fotoni. Intorno al pianeta Terra ruotava una stazione spaziale internazionale, mentre sulla Terra le nazioni si cimentavano ancora nelle guerre, comportamenti così irragionevoli da non avere paragoni in tutto il mondo animale. 

Come si trasmette il passato? Possiamo vedere la luce di stelle che non esistono più. Si fa fatica a credere come nei tempi antichi si usassero incisioni, manoscritti e soprattutto la trasmissione orale. Nell’era galattica la conoscenza non è più memoria vivente di pochi illuminati, ma flusso diffuso di informazioni collettive. Tutte le informazioni relative all’homo sapiens sono custodite nella rete cosmica, con temperature prossime allo zero assoluto. Faust restò per un attimo come sospeso nella fluttuazione delle onde gravitazionali. Poi chiuse gli occhi, aprì le ali e si librò nel vuoto.

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