
Quarta domenica di quaresima.
Un Padre sorprendente che accoglie il figlio che se ne è andato da casa.
Il Padre misericordioso e i figli che non capiscono il Padre. Per i testi liturgici clicca qui.
Facciamo mente locale sulla scena dell’incontro tra il figlio che appare lontano e il Padre. Questo anziano raffinato, ricco. Porta la grande tunica a maniche larghe: “Lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”. Dobbiamo immaginare questo uomo che corre a braccia larghe, avvolge il figlio, quel figlio, nella sua tunica, e lo bacia. Il padre fa il padre anche con il figlio che non ha saputo fare il figlio.
Siamo come i due figli: vorremmo trattare Dio come un interlocutore alla pari che distribuisce i meriti. Invece il suo bene è al di là di tutti i nostri meriti: è Padre, semplicemente. Quel signore che si emoziona, corre, abbraccia il figlio e lo bacia è il nostro Dio.
Noi, i cristiani di oggi, ci sentiamo in profonda crisi. Tra le tante ragioni, non potrebbe esserci anche la difficoltà a testimoniare un’immagine così impegnativa di Dio, che perdona sempre e che tratta come figli anche i figli che non meritano di esserlo?
In fondo siamo un po’ tutti farisei e la bontà di un Dio siffatto ci supera, immensamente.