Il PD, la Schlein, il colore dei vestiti

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La Schlein è moderna e di sinistra.
Ha una armocromista. Ma i comuni mortali non sanno cosa sia.
Le 90 canzoni inedite di Donizetti

Schlein e la armocromista

Anch’io – come Gramellini che ha commentato la notizia da par suo sul suo “Caffè” del Corriere – non sapevo che esistesse la armocromia e l’armocromista: l’arte di scegliere i colori giusti da abbinare quando ci si veste. Schlein, la neo-segretaria del PD, ha una armocromista di fiducia.

Però, la Schlein! Ci ha fatto capire che è moderna, benché di sinistra, perché parla molto di più di utero in affido e di LGBT, che di contratti di lavoro. Adesso conferma di essere moderna, benché di sinistra, perché concede la sua prima intervista, non al Manifesto, ma a Vogue, rivista di moda e nell’intervista parla non solo di problemi di politica ma anche di vestiti, di colori, di armocromia e di armocromista. Per cui se uno non vota il PD di Schlein non fa solo la figura del reazionario politico perché si colloca a destra (ed essendo la Schlein molto a sinistra, molti elettori PD sono per forza di cose a destra) ma fa anche la figura dell’ammuffito antidiluviano perché non ha l’armocromista. 

Mi sento fortemente a disagio. Non solo non ho l’armocromista, ma, appunto, non sapevo neppure che esistesse. Io che, essendo prete, non ho molti colori da scegliere e, anche quando non mi vesto di nero, è mia abitudine infilare il primo pantalone e la prima camicia che mi capita a portata di mano.

Mi sa che rischio di non votare PD non solo perché non sono d’accordo con la linea battagliera della Schlein, ma anche perché non mi sento all’altezza: la segretaria del PD ha l’armocromista, io non so neppure che cosa sia. 

Le canzoni di Donizetti

Sono state scoperte 90 partiture di canzoni inedite di Donizetti, così sull’Eco del 28 aprile. Intrigante questo “ritorno” del grande Gaetano. Abito a cinquanta metri dal Palazzo Scotti dove Donizetti è morto. E quando andiamo a fare le nostre cene al Colombina, in Borgo Canale, siamo accanto alla casa natale del Maestro. Adesso ci parlano di queste “canzoni” inedite per lo più, addirittura una novantina. E ci raccontano anche che era abitudine di Donizetti di comporre una canzone e, il giorno dopo, di regalarla a qualche amico. Tanto che gli storici pensano che ci siano in giro, in qualche parte del mondo, altre canzoni donizettiane che attendono di essere scovate. 

Mi piace questa immagine – anch’essa inedita per me incompetente – del grande compositore che si diverte a scrivere canzoni. L’Eco di Bergamo pubblica anche uno disegno originale nel quale lo stesso Donizetti ritrae se stesso, di profilo con un gran nasone. Evidentemente, Donizetti non si divertiva soltanto a scrivere canzoni, ma anche a guardarsi allo specchio.

E in questo mi sembra di intravedere anche un altro aspetto del grande compositore. Grande, certamente, ma anche altrettanto certamente e altrettanto tenacemente, bergamasco.

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