L’infinito l’ha scritto Gabriele D’Annunzio

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L’infinito l’ha scritto Gabriele D’Annunzio

I sorprendenti vuoti culturali di molti italiani rilevati dal rapporto CENSIS.
Sorprendenti in particolare le percentuali su notizie che dovrebbero conoscere tutti.
Le possibili, preoccupanti conseguenze per l’intera società

La Cappella Sistina l’ha dipinta Giotto

La notizia viene dal rapporto CENSIS, presentato a Roma nei giorni scorsi: fonte autorevole, dunque. Il rapporto, tra le altre cose, dice: “Il 50% degli italiani non sa indicare correttamente il secolo della rivoluzione francese, circa il 30% non conosce l’anno dell’unità d’Italia o quando è entrata in vigore la Costituzione, né quando è caduto il muro di Berlino, il 42% non sa quando l’uomo è sbarcato sulla Luna e il 13% cosa fosse la guerra fredda. Il 41% crede che Gabriele D’Annunzio sia l’autore de L’infinito, per il 35% Eugenio Montale sarà stato “un autorevole presidente del Consiglio degli anni ‘50”, il 18,4% non può escludere che Giovanni Pascoli sia l’autore de I promessi sposi e il 6% non pensa che Dante Alighieri abbia scritto La divina commedia. Infine, per il 35,9% Giuseppe Verdi avrebbe composto l’inno nazionale, mentre per il 32,4% la Cappella Sistina potrebbe essere stata affrescata da Giotto o Leonardo da Vinci, ma certamente non da Michelangelo”. 

Da notare. Si chiedono conoscenze su date e dati passabilmente noti o che dovrebbero esserlo. Non si chiede la date di inizio della rivoluzione francese, ma ci si accontenta del secolo: il 50% non lo sa. Non si conosce la data della caduta del muro di Berlino, dovrebbe essere nota anche solo perché è continuamente ricordata e ribadita… Ma sono le non conoscenze artistiche e letterarie che lasciano sbalorditi. Il povero Leopardi si vede scippato il suo “Infinito” a favore di Gabriele D’Annunzio (41%), Eugenio Montale diventa presidente del consiglio (35%), il povero Michelangelo si vede estromesso dalla Cappella Sistina a favore di Giotto o Leonardo (32,4%). E che dire del povero Manzoni: il 18,4% gli frega i Promessi Sposi a favore, pensa un po’ te, di Giovanni Pascoli.

Le percentuali. Forse è analfabetismo di ritorno

Impressionano soprattutto due dati. Il carattere strampalato delle attribuzioni: si saltano secoli di distanza, si vola allegramente dalla poesia alla politica, dalla narrativa – il Manzoni – alla poesia – il Pascoli. Ma poi, soprattutto – è il dato che impressiona di più – da meditare le percentuali. In alcuni casi si è vicini alla metà, spesso si è oltre il trenta per cento… 

Vado da Wikipedia e le chiedo se sa qualcosa circa l’analfabetismo di ritorno. Risposta: “Il 98,6 degli italiani è alfabetizzato, ma sfiora il 30% la quota di cittadini tra i 25 e i 65 anni con limitazioni nella comprensione, lettura e calcolo”.

Un po’ sconsolante, la cosa. Quasi un terzo degli Italiani ha mancato l’aggancio con una semplice cultura di base. Questi italiani che strumenti hanno per gestire bene i loro interessi personali, le loro famiglie e che criteri hanno per scegliere bene quando vanno a votare?

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